21 Nov 2024

Politica e istituzioni

In provincia di Grosseto, questa volta, abbiamo svolto la terza edizione di “ACLI TERRA LAB” e ad ospitare i numerosi incontri di approfondimento la suggestiva campagna nel Golfo di Talamone.

Un golfo dalla bellezza raffinata tanto da essere stato scelto nella sceneggiatura del famosissimo film di 007 “Quantum of Solace”.

Talamone origina il proprio nome da Telamone, l’eroe greco, Re di Salamina, che ha fatto parte degli Argonauti e ha partecipato alla caccia al “Cinghiale Calidonio”.

Il cinghiale era stato inviato da Artemide a distruggere i campi di Calidone perché il Re Oineo era venuto meno nelle offerte votive succedute all'eccellente raccolto calidonio, trascurando la dea, e per liberarsi della belva lo stesso Re organizzò una caccia in cui chiese la partecipazione di quasi tutti gli eroi del mito greco.

La stessa belva mitologica fu mandata da Ares, per gelosia, a uccidere Adone quando costui si innamorò di Afrodite.

Insomma è stato antagonista spietato dei principali eroi greci.

ACLI TERRA è venuta a Talamone proprio per continuare ad assumere con coraggio la capacità d’avanguardia di una associazione professionale agricola che ha il compito di far emergere l’eroicità, il talento, le capacità degli agricoltori e dei pescatori, degli operatori dell’agroalimentare, sconfiggendo quei “cinghiali calidoni” dei tempi nostri.

Ciò costruendo ed attuando soluzioni.

E’ evidente finalmente uno stile associativo che coniuga la rappresentanza ad altre due funzioni: l’assistenza e la elaborazione.

Nelle tre edizioni di “ACLI TERRA LAB” questo della triplice funzionalità associativa è stato un filo conduttore caratterizzante e, spero ora, qualificante, che ha origine proprio nel mio discorso ai delegati del Congresso di Bari di un anno e mezzo fa.

Allora parlai della duplice funzione sindacale includendo l’elaborazione nelle altre due.

A Talamone abbiamo approfondito la funzione della rappresentanza confrontandoci con “Terra Viva Cisl” e con AGCI, ma anche con rappresentanti politici eletti negli enti locali.

La rappresentanza non intendiamo viverla in una corsa solitaria, ma in ampie alleanze, assumendoci anche il compito di cucirle a più livelli.

Così stiamo già facendo da tempo.

Sia a Giulianova, che a Trapani, che a Talamone, in quest’ultima settimana, abbiamo definito il nostro impegno nella tessitura di una rete articolata delle rappresentanze su punti specifici necessari alla tutela e allo sviluppo del lavoro.

Proprio nel porto abruzzese, ad esempio, abbiamo scandito i cinque punti che proponiamo per la filiera ittica e che sono stati accolti e condivisi pubblicamente dai colleghi di altre Organizzazioni nazionali.

Le parole dei nostri ospiti ci hanno confermato la bontà di questa scelta coraggiosa.

Sono grato al Presidente Michele Zannini quando individua nel coraggio di osare una interpretazione caratterizzante del mandato politico che stiamo svolgendo.

Così come la rappresentanza anche la funzione dell’assistenza la stiamo declinando nella collaborazione interassociativa.

Abbiamo firmato un ATI con Coldiretti per svolgere insieme il prossimo censimento agricolo, rispettando coerentemente la scelta di lavorare in coordinamento con l’associazione guidata dal Presidente Prandini per assistere al meglio gli agricoltori.

La nostra assistenza al mondo rurale ci vede oggi in società con una storica rappresentanza della cooperazione italiana, AGCI, che da giugno è nella compagine sociale del CAA ACLI srl, rafforzandola.

Il nostro Centro di Assistenza Agricolo si è consolidato e ancor più qualificato con l’ingresso in società dell’Unapol e di sette sue Organizzazioni di produttori che ci fanno essere tra i leader nell’assistenza alla filiera olivicola nazionale.

Vi è un tema particolare che la nostra funzione di accompagnamento ed assistenza ha trovato con criticità molto delicate per tutto il comparto agroalimentare, cioè la necessità di una riforma del Decreto flussi che soddisfi realmente le istanze dei dipendenti e dei datori.

Oggi la mancanza di personale è drammatica.

Sulla elaborazione, invece, abbiamo fatto dei passaggi importanti a Talamone quando abbiamo analizzato i temi della promozione, ponendoci degli obiettivi nel costruire soluzioni a marchio ACLI TERRA per i nostri associati.

Una comunicazione identificativa che qualifichi la produttività con le idealità e i valori.

Il nostro impegno per la filiera del miele con “Un Fiume di Miele” a Fiumicino e “Bee Happy” nel Principato di Monaco tendono proprio a ciò, così come il Forum Nazionale delle Erbe Officinali del prossimo anno, oppure la costituzione di “BioPer”, la rete di imprese del biologico.

A Talamone abbiamo ribadito un concetto che trovate scritto nell’articolo “I quattro angoli sotto al sole”, pubblicato dal nostro magazine “Valoriincampo.net” ad agosto, e cioè che il valore dell’ambiente trae la migliore espressione nel lavoro delle donne e degli uomini con tutto il loro talento e la loro competenza.

La questione ambientale noi la affrontiamo tutelando e qualificando il lavoro, sostenendolo politicamente e tecnicamente.

L’ambiente non è per noi una riserva inabitata, ma l’abitazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

Abbiamo cura dell’ambiente perché lo abitiamo intensamente, essendone anche noi un elemento generativo dello stesso e non solo, quindi, conservativo.

A Talamone non abbiamo parlato di comunità, ma abbiamo provato a dimostrare la vitalità di una comunità sindacale al servizio di quella nazionale.

Probabilmente anche la gioia motivante di una comunità che vuole dare un senso a questo tempo banalizzato e schiacciato da un passato recente ideologicamente importante e dall’aspettativa ansiosa in un futuro che rincorriamo sulla eccitazione della trasformazione tecnologica.

Per non banalizzare il nostro tempo vediamo appunto necessarie le funzioni delle associazioni sindacali che valorizzino la partecipazione dei lavoratori; è proprio l’ora dei corpi intermedi che sappiano interpretare il piacere del presente.

A Talamone non ho fatto un discorso conclusivo proprio perché la bellezza di quel presente meritava di essere interpretata nella socialità vissuta in quell’ambiente prima dei saluti, a voi ora una riflessione come promesso.

Grazie e Forza ACLI TERRA


Nicola Tavoletta

Presidente Nazionale ACLI TERRA

Il dibattito pubblico di questi mesi, sostenuto anche dalla Conferenza Episcopale Italiana , ci dice che rispetto allo spopolamento dei piccoli comuni siamo in piena emergenza, una condizione entrata in avvitamento, senza progetti generativi di lavoro, impresa, istruzione , tutela ambientale, senso civico e costruzione di futuro. Intanto l’Istat certifica che la popolazione complessiva della nostra regione scende a poco più di 1.855.400. Al calo drammatico delle nascite si appaia l’emigrazione di giovani talenti verso altre regioni e ancor di più e peggio verso Paesi europei.

In buona sostanza un territorio spolpato dalle sue migliori energie. Alcuni dati: in Calabria i comuni con popolazione fino a 1000 abitanti sono 93; da 1000 fino a 5000 sono 234; da 5000 fino 10.000 sono 51; da 10.000 - 20.000 sono 16; da 20.000 a 50.000 sono 4 e solo 6 comuni superano 50.000 abitanti. Nei comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti la popolazione residente è di 607.465, pari al 32,74 %, un terzo dell’intera popolazione calabrese. Un dato da non considerare marginale e tanto meno di minore impatto socio-economico, tanto più che il territorio montano è del 41,8 %, quello collinare del 49,2% e soltanto il 9% da pianura. In buona sostanza tante azioni di sviluppo che reggono in piedi vitalità sociale ed economia sono allocate nelle aree montane e collinari.

I dati confermano l’importanza delle aree interne: 860 mila le imprese attive nei piccoli comuni italiani, il 17,2% dell’intero territorio nazionale, con il  12,2% di addetti  pari a 2.741.410. Quasi 10 milioni di abitanti, questo il numero dei cittadini residenti nei piccoli comuni, il 16,5% della popolazione italiana. E non è un caso se per il terzo anno consecutivo la Conferenza Episcopale Italiana con una delegazione di Vescovi e Arcivescovi provenienti da dodici Regioni: Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte si è data appuntamento a Benevento per affrontare la problematica aree internenella consapevolezza che la <<metropolizzazione progressiva della popolazione italiana sta causando la lenta morte d’interi territori…perché un territorio non presidiato dall’uomo corre il rischio di nuovi disastri ambientali, e non si potrà evitare la perdita di parte di quell’immenso patrimonio artistico-architettonico che fa dell’Italia intera un museo a cielo aperto >>. 

Per arrestare il declino demografico e creare nuovi fattori di sviluppo locale, la Snai (Strategia Naz.le Aree Interne ) punta su alcuni obiettivi: nuove occasioni di lavoro, incentivi per ridurre i costi sociali dello spopolamento, rafforzamento dei servizi sanitari, più istruzione con le scuole primarie, numerose già chiuse per mancanza di bambini. La carenza dei servizi di mobilità isolano le aree interne. Dare soluzione a queste problematiche, secondo Pino Campisi, è la pre-condizione dello sviluppo locale. Interventi centrali sono anche il rilancio dei Distretti del cibo in sinergia con i GAL che rientrano tra i soggetti attuatori della SNAI, attraverso Accordi di programma quadro.

Intanto Campisi sostiene che per realizzare una nuova politica sulle aree interne, è necessaria l’istituzione di una Commissione Speciale per le aree interne, in applicazione dell’art. 28 dello Statuto 2012 laddove è scritto: << Il Consiglio regionale istituisce al suo interno Commissioni permanenti, distinte per settori organici di materia…>>. Nel nostro Paese, vista l’emergenza, già due Regioni, la Campania e la Toscana hanno istituito la Commissione speciale per le aree interne.  Non è fuori luogo ricordare quanto scrive l’antropologo Vito Teti nel suo volume La Restanza << Riabitare i paesi interni, riabitare la montagna…mi sembra possa essere una delle vie di salvezza per l’intero sistema Paese >>.

Pino Campisi – Presidente regionale Acli Terra Calabria

"Siamo lieti del varo del Piano straordinario con l'azione sinergica tra i ministeri dell'Agricoltura, della Difesa, Salute e Ambiente sulla lotta alla Psa con anche l'impegno del nostro Esercito".

Così il Presidente nazionale Acli Terra, Nicola Tavoletta, l'associazione professionale agricola di ispirazione cristiana che tutela e promuove il mondo rurale e delle marinerie.

"Una epidemia di peste suina - aggiunge Tavoletta -, oltre ad essere straziante per gli animali, provocherebbe un danno da 60 milioni di euro al mese all'economia italiana. Questa opportuna sinergia ministeriale con l'impiego dei soldati e della Protezione civile può essere utile, ma proponiamo anche
un maggiore impegno sul fronte del contenimento dei cinghiali, che sono il veicolo di maggior contagio", conclude il presidente nazionale Acli Terra.

Sabato 5 agosto il Presidente nazionale di ACLI TERRA Nicola Tavoletta ha partecipato al concerto per la promozione dell'amicizia Italo Azera a Sanremo nel Teatro del Casinò.

Invitato dall'editore de "Il Ponente" Ilio Masprone ha incontrato la responsabile dei rapporti con l'Unione Europea sulla diaspora Azera Leyla Hamzaieva.

Il colloquio, favorito dal presentatore della serata Nicolò Fiori, si è incentrato sulle importanti risorse rurali, ittiche ed energetiche dell'Azerbaijan e sulla promozione dell'agroalimentare italiano.

La dottoressa Leyla Hamzaieva ha espresso l'amicizia istituzionale regalando al Presidente Tavoletta e ad ACLI TERRA un tappeto dell'artigianato Azero.

Il Presidente nazionale di ACLI TERRA ha invitato la rappresentanza del Paese caucasico a partecipare ad un evento dell'Associazione.
La serata è stata svolta con un concerto di musica classica Azera con artisti di fama internazionale.

Il Vertice ONU sui Sistemi Alimentari che si apre a Roma, alla FAO, ‘UN Food System Summit +2’ (Unfss+2) si trova davanti un quadro globale assai preoccupante: 783 milioni di persone affrontano la fame, 122 milioni in più dal 2019 a causa della pandemia Covid-19 e dei ripetuti shock climatici e per i numerosi conflitti politico-sociali, secondo i dati dell’ultimo rapporto sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo.

Anche la capacità delle persone di accedere a delle diete sane si è deteriorata: più di 3,1 miliardi di persone - ovvero il 42% degli abitanti del Pianeta - non erano in grado di permettersi una dieta sana nel 2021.

“Per noi - afferma il Presidente nazionale di ACLI TERRA, Nicola Tavoletta - vi è una duplice necessità per garantire sicurezza alimentare e l'obiettivo "Fame Zero" entro il 2030: la prima è quella di inserire limiti al controllo della finanza, in particolare dei fondi speculativi, delle grandi imprese agroalimentari, la seconda è quella di prevedere un tetto ai costi energetici tramite un trattato internazionale”.

“Ci auguriamo che l’incontro di Roma dell’Organizzazione ad hoc delle Nazioni Unite, che vede riuniti 161 Paesi e 22 capi di Stato e di Governo, con i numerosi esperti, infonda sempre più consapevolezza e determinazione per sconfiggere la piaga della denutrizione, un'autentica offesa alla dignità umana, e contribuire a creare un mondo in cui vi sia la sicurezza del cibo per ogni persona e il contestuale rispetto del Creato”, conclude il Presidente dell’associazione professionale di ispirazione cristiana di tutela e promozione del mondo rurale e delle marinerie.

E’ un’area territoriale-distrettuale che racconta la presenza storico-architettonica di quasi un millennio di importanti ed imponenti monasteri, attraversata dalla grandezza  spirituale di tre Santi, San Domenico di Guzman (1170) , San Francesco di Paola (1416) e San Bruno di Colonia (1030). L’amenità dei luoghi, alimentati dalla presenza di questi tre giganti della spiritualità cristiana, ci spingono ad immaginare la nascita di un “distretto monastico” finalizzato allo sviluppo umanistico-religioso-culturale, economico-produttivo locale per riportare in emersione le tante risorse imprenditoriali, enogastronomiche, del turismo esperenziale sostenibile e della qualità del cibo di questo pezzo di territorio che come nessun altro in Calabria e nel Sud d’Italia presenta delle attrattività monastiche, tutte concentrate in meno di un’ora di viaggio e pochi chilometri: il Convento di San Domenico di Soriano ( 1510) , l’Eremo di Soreto (1490), La Certosa di San Bruno di Colonia (1030).

 

Il sito eremitico di Soreto ha un importante valore storico-monastico perché legato al riconoscimento della santità di San Francesco da Paola. Infatti, è uno dei 22 centri da cui iniziarono le petizioni a papa Leone X perché Francesco fosse inserito nel catalogo dei santi. Questo avvenne anche a Soreto nel 1516 e qui si vi fu una importante sezione per l’ascolto  dei testimoni, quali il Barone Pandolfi di Soreto (teste n. 9 nel processo  Calabro) e Don Bernardino di Lovanaro da Arena (teste n. 22).Oggi abitato dall’eremita padre Pino Muller, situato lungo la valle del fiume Marepotamo, a 5 Km circa di Dinami (VV). La  Certosa di Serra San Bruno è primo convento certosino in Italia ( 1090 ). Il territorio di partenza del Distretto Monastico, è rappresentato da undici comuniSoriano Calabro, Arena, Acquaro, Dasà, Gerocarne, Dinami, Fabrizia, Nardodipace, Mongiana, Serra San Bruno e  Sorianello, insieme 25 mila abitanti. Fanno parte del Parco delle Serre, rappresentano un cammino di fede, fortificato dalla quasi millenaria vita contemplativa di monaci domenicani e certosini, persino da eremiti. Il territorio monastico delle Serre vibonesi presenta un’attrattività speciale, a  partire da Arena con il Castello costruito nell’XI secolo dai Normanni, uno dei più originali reperti architettonici della Calabria centro-meridionale.

 

Lungo il cammino troviamo il mondo dei vasai del borgo di Gerocarne, e il sentiero della Valle dei Mulini a Sorianello, un interessante percorso storico-ambientale e di riscoperta archeologico-industriale. Verso Dinami, ultimo comune della provincia di VV, scopriamo che qui era nato lo scultore Giuseppe Rito, maestro del rigato. Da Dinami, verso Monsoreto, poiMongiana,  luogo della Fabbrica d’Armi e delle Reali Ferriere, dei Borboni con le fonderie e le ferriere, precorrendo la strada per la nascita di un sistema ecomuseale intorno alla piccola comunità di MongianaNel ricchissimo percorso troviamo anche il piccolo borgo di Nardodipace, poco più di mille abitanti, dove è custodito un geosito di straordinario interesse storico-antico, i Megaliti reperti preistorici rocciosi risalenti al V e II millennio a.C .  Di assoluto valore è il Parco regionale delle Serre, un luogo naturalistico vero patrimonio boschivo e faunistico, riferimento sociale e di economia autopropulsiva della montagna serrese.  Tante le  attività sopravvissute alla scomparsa degli antichi mestieri ed allo spopolamento, le locali produzioni contadine e artigiane, sono gli unici presidi che danno ancora forza motrice al territorio per essere valorizzato. Frantoi e olio purissimo, mulini e farine di alta qualità, microfiliere dalla sicura tracciabilità e, da alcuni anni, anche torrefazioni per la lavorazione artigianale del caffè, rappresentano attività produttive ed economiche di pregio, alimentando un robusto sviluppo territoriale, coesione e inclusione.

 

L’iniziativa sociale, l’animazione territoriale e co-progettuale  è la strada per raggiungere l’obiettivo del Distretto Monastico delle Serre

Pino Campisi – Presidente regionale Acli Terra Calabria

Il Parlamento europeo ha approvato ieri la sua posizione sulla proposta di regolamento sul “Ripristino della natura”. La legge impone agli stati membri di ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine in modo da fermare la perdita di biodiversità entro il 2030 e successivamente estendere lo stesso concetto a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Inoltre la legge esprime la volontà di garantire nessuna perdita di spazi verdi urbani entro il 2030 e programmarne un aumento del 5% entro il 2050.
 
È inoltre previsto un minimo del 10% di copertura arborea in ogni città, la riumidificazione delle torbiere prosciugate, l’aumento della biodiversità nei terreni agricoli, il ripristino degli habitat nei fondali marini e la rimozione delle barriere fluviali per liberare 25mila chilometri di fiumi in modo da prevenire disastri durante le alluvioni. Si stima che gli investimenti per il recupero dell’ambiente, per ogni euro speso, porteranno fra gli otto e i 38 euro in benefici.
 
Il voto di ieri è frutto di negoziati e modifiche facendo si che venisse approvato uno schema utile alla salvaguardia dell’agricoltura e dell’ambiente: la legge sul "Ripristino della Natura" rappresenta un'opportunità per promuovere pratiche agricole sostenibili. - commenta Nicola Tavoletta, Presidente nazionale ACLI Terra. L'agricoltura è un settore cruciale per l'economia e il sostentamento delle comunità, ma può anche avere un impatto significativo sull'ambiente.
 
La legge incoraggia l'adozione di pratiche agricole responsabili, promuovendo l'uso sostenibile delle risorse, la protezione del suolo e la riduzione dell'utilizzo di sostanze chimiche nocive. ACLI Terra augura che ciò contribuirà a preservare la fertilità del suolo, a ridurre l'inquinamento e a garantire la sicurezza alimentare a lungo termine.

“Sarebbero in arrivo per il settore agricolo, su proposta della Commissione Europea e dopo specifica richiesta di diversi Paesi, una serie di nuovi aiuti – attorno a 330 milioni di euro, di cui 60,5 destinati all’Italia -, attingendo ai fondi della riserva di crisi della PAC, la Politica Agricola Comunitaria. Queste cifre, poi, potrebbero triplicare con i contributi dei singoli Stati. La proposta di regolamento specifica potrebbe essere approvata entro due settimane.

Come Acli Terra siamo lieti della possibile adozione di questo provvedimento. Si tratta di avere massima cura dei territori e dei nostri agricoltori che, segnatamente in Romagna con oltre 12 mila aziende colpite, ma anche in altre zone del nostro Paese, devono affrontare una difficilissima situazione a causa delle alluvioni, come anche delle conseguenze di una stagione di grande siccità.

Auspichiamo soprattutto che questi fondi siano resi poi disponibili nel minor tempo possibile e con la massima semplificazione burocratico-amministrativa”.

Così in una nota Nicola Tavoletta, Presidente nazionale di Acli Terra, l’associazione professionale ACLI che tutela e rappresenta lavoratori e operatori del mondo agricolo, della zootecnia e delle marinerie.

Il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) rappresenta un pilastro fondamentale per l'Italia nell'affrontare le sfide dell'energia e del cambiamento climatico. Questo ambizioso piano di azione definisce una strategia chiara e coerente per promuovere una transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, incoraggiando l'uso delle energie rinnovabili, l'efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di gas serra. In questo articolo, esploreremo l'importanza del PNIEC applicato all'Italia e gli impatti positivi che potrebbe generare per il paese.

Il PNIEC rappresenta una risposta concreta all'urgente necessità di ridurre le emissioni di gas serra e mitigare i cambiamenti climatici. L'Italia, come parte dell'Unione Europea, si è impegnata a raggiungere gli obiettivi stabiliti dall'Accordo di Parigi sul clima, che mira a limitare l'aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali. Il PNIEC offre un quadro chiaro e dettagliato per raggiungere questi obiettivi, stabilendo una serie di misure e politiche a lungo termine.

Promozione delle energie rinnovabili:

Uno dei principali pilastri del PNIEC è l'aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili. L'Italia, con il suo clima favorevole e la sua posizione geografica, ha un enorme potenziale per lo sviluppo di fonti di energia pulita come l'energia solare e eolica. Il PNIEC stabilisce obiettivi ambiziosi per la capacità di generazione di energia rinnovabile, incentivando gli investimenti nel settore e promuovendo l'innovazione tecnologica. Questo non solo ridurrà la dipendenza dalle fonti fossili, ma creerà anche nuove opportunità economiche e occupazionali nel settore delle energie rinnovabili.

Efficienza energetica:

Un altro aspetto cruciale del PNIEC riguarda l'efficienza energetica. Ridurre il consumo di energia attraverso misure di efficientamento è una strategia vincente per l'Italia. Il PNIEC promuove l'adozione di misure di risparmio energetico in diversi settori, come edifici, trasporti e industria. L'implementazione di tecnologie efficienti e il miglioramento delle pratiche di gestione energetica contribuiranno a ridurre le emissioni e a garantire una maggiore sostenibilità a lungo termine.

Benefici economici e occupazionali:

L'implementazione del PNIEC offrirà numerosi benefici economici per l'Italia. Investire nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica creerà nuove opportunità di lavoro nel settore delle energie pulite.

L'adozione di misure di efficienza energetica contribuirà a ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche importate, migliorando la sicurezza energetica del paese. La riduzione dei consumi energetici porterà anche a risparmi significativi a lungo termine per le famiglie, le imprese e il settore pubblico.

Tuttavia, è fondamentale che l'attuazione del PNIEC sia supportata da politiche coerenti, incentivi finanziari e una stretta collaborazione tra settore pubblico e privato. È necessario anche coinvolgere attivamente la società civile e promuovere la consapevolezza e la partecipazione dei cittadini nelle azioni volte a raggiungere gli obiettivi del PNIEC.

Infine, il PNIEC rappresenta un importante strumento per l'Italia nel perseguire una transizione energetica e climatica sostenibile. Attraverso l'adozione di politiche e misure concrete, l'Italia può diventare un modello di successo nella lotta al cambiamento climatico, garantendo al contempo una crescita economica equilibrata e un ambiente più sano per le generazioni future. L'attuazione efficace del PNIEC richiederà sforzi congiunti e un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti, ma i benefici a lungo termine ne varranno sicuramente la pena.

Dott. Matteo La Torre

Ambasciatore europero del Patto per il Clima in Italia

Congratulazioni al dott. Nicola Dell'Acqua per la nomina a Commissario straordinario per l'adozione di interventi urgenti in merito alla crisi idrica che sta colpendo l'Italia. La sua nomina è una testimonianza della fiducia del Consiglio dei Ministri nella sua competenza, esperienza e capacità di gestione di situazioni di emergenza.

 

La cabina di regia tenuta ieri, 6 maggio, a Palazzo Chigi è stata un importante passo avanti nella lotta alla crisi idrica che sta interessando il nostro paese. L'incontro ha dimostrato l'importanza del coordinamento tra le diverse autorità coinvolte, nonché la necessità di adottare misure tempestive per affrontare la situazione.

 

L'approvazione di un piano d'azione urgente per la gestione della scarsità idrica, con a disposizione 100 milioni di euro garantiti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è un passo importante per garantire la disponibilità di acqua potabile alle comunità che ne hanno bisogno. Il Commissario straordinario dovrà lavorare con i rappresentanti delle autorità locali e dei settori pubblico e privato per implementare il piano d'azione e garantire la sua efficacia.

 

È importante che tutte le parti interessate collaborino per affrontare questa emergenza e garantire che la disponibilità di acqua potabile sia mantenuta in modo sostenibile per il futuro.

 

In conclusione, auguro al Commissario straordinario e a tutte le parti coinvolte nel processo di gestione della crisi idrica buon lavoro e, come ACLI Terra, rinnoviamo l'impegno a lavorare insieme per garantire che le risorse idriche del nostro Paese siano utilizzate in modo responsabile.

 

Nicola Tavoletta, Presidente nazionale ACLI Terra