28 Gen 2025

Eventi

Il progetto OroVerde- Oliva Ascolana del Piceno DOP nasce dalla sinergia tra diversi segmenti del settore  Agricolo, il settore dell’istruzione e quello della ricerca scientifica ; il tutto con la  collaborazione della regione Marche che, attraverso il  programma Sviluppo Rurale 2014-2022, progetto ID 41887,  ha sostenuto tutte  le attività progettuali che riguardavano la deamarizzazione dell’oliva tenera ascolana del piceno-DOP .

La compagine progettuale era molto variegata; infatti oltre  al Consorzio per la Tutela dell’Oliva ascolana del Piceno DOP,  erano presenti le aziende picene  del settore agroalimentare  “Cooperativa Agricola Case Rosse”, “Tenuta la Riserva” ed “Altagamma”,  l’Istituto agrario “Ulpiani” di Ascoli Piceno e  l’Università di Camerino attraverso il coinvolgimento della Scuola di Architettura e Design e della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria.

Il progetto ha visto la ha realizzazione di una serie di attività sperimentali finalizzate alla riduzione dell’impatto ambientale del processo di deamarizzazione; a tal scopo di  campioni di oliva tenera ascolana DOP, in quantità  gradualmente crescenti nel corso delle varie annualità, sono state deamarizzate utilizzando una soluzione di idrossido  di sodio, in linea con le prescrizioni del disciplinare di produzione.

Una volta completata questa fase di lavorazione si è proceduto alla progressiva riduzione dell’idrossido attraverso una serie di lavaggi con acqua fino a portare il pH della  soluzione in cui erano immerse le olive ad un valore compreso tra il 7/8 rispetto ai valori  iniziali di pH pari a 12/13  e creando così le condizioni ottimali per la successiva azione dei batteri che, attraverso un   processo di fermentazione, completavano la maturazione dell’oliva fino alla formazione di quel prodotto finale che tutti noi possiamoapprezzare sulle nostre tavole.

Il lavaggio con acqua è stata la fase su cui si è principalmente  incentrata l’attività progettuale; tipicamente questa operazione è caratterizzata da una variabilità nel numero dei lavaggi, nella loro durata e nei quantitativi di acqua utilizzata; mediamente un buon risultato si ottiene con 3 lavaggi spalmati in un arco temporale di circa 3 giorni ed utilizzando complessivamente una quantitativo di acqua pari a circa 3 litri per ogni  chilogrammo di oliva (1 litro in ognuno dei 3 lavaggi).

Nel progetto OroVerde la compagine progettuale ha messo a punto una nuova procedura di lavaggio che prevedeva l’immissione di anidride carbonica proveniente dalla fermentazione di mosti ottenuti da uve biologiche.

L’immissione di anidride carbonica è stata effettuata sia nei varistadi della fase di lavaggio con acqua, che nella soluzione di idrossido di sodio contenente le olive non appena  si fosse accertato il completamento della fase di deamarificazione e quindi saltando completamente la fase di lavaggio.

l’anidride carbonica in presenza di acqua forma una  soluzione di  bicarbonato che reagisce rapidamente con l’idrossido di sodio portando ad  rapido abbassamento del pH ; le attività sperimentali hanno consentito di mettere a punto un protocollo operativo facilmente replicabile  che ottiene questo risultato già a partire dal primo lavaggio o, addirittura, dalla soluzione iniziale idrossido di sodio-olive; riducendo notevolmente od addirittura eliminando in questo modo i lavaggi con acqua.

Le determinazioni organolettiche e sensoriali hanno dimostrato che tutti i campioni di olive trattati con anidride carbonica  hanno le stesse caratteristiche organolettiche delle olive deamarizzate senza l’aggiunta di anidride carbonica, ma possiedono migliori caratteristiche sensoriali  leggermente migliori, riscontrando quindi un maggior gradimento da parte del consumatore.

In questo modo di ottengono contemporaneamente molteplici risultati; innanzitutto si ha una riduzione dell’anidride carbonica proveniente dai mosti che viene immessa in atmosfera, unimportante risparmio idrico  poiché si possono evitare quasi tutti o addirittura tutti i lavaggi, una riduzione dei tempi che dai circa 3 giorni si riducono ad alcune ore con  ovvie ricadute sui costi di produzione.

Alberto Felici

Acli Terra è tornata dall’incontro internazionale con il Ciesm – The Mediterranean Science Commission a cui aderiscono ben 23 Paesi e centinaia di istituti marini e altrettanti ricercatori non solo del Mediterraneo e del Mar Nero – estremamente soddisfatta. Nel Principato di Monaco abbiamo avuto e sviluppato un amplissimo confronto con gli scienziati dello stesso ente e con le altre organizzazioni italiane presenti, riaffermando alcuni nostri riferimenti strategici e riprendendo alcuni concetti espressi nel nostro importante convegno di Milano dello scorso 17 aprile sul cambiamento climatico”.

Così il Presidente nazionale Acli Terra, Nicola Tavoletta, l’Associazione professionale aclista che tutela, assiste e promuove lavoratori e operatori del mondo delle marinerie e rurale

Una esperienza importante con una comune visione d’intenti, come sottolineato da Annamaria Mele, Presidente di ANAPI Pesca

Tavoletta ha aggiunto: “Nel breve discorso, tenuto lo scorso venerdì 7 giugno davanti alle diverse delegazioni presenti, ho offerto il nostro contributo di idee e proposte.

Innanzitutto, l’interpretazione del cambiamento climatico con una nuova visione, nella quale le comunità si adattano e cercano di essere generatrici o sostenitrici di un rinnovato equilibrio. In secondo luogo, un impegno attivo e fattivo rispetto ad una commiserazione colpevolista, utile ormai solo a catturare attenzione mediatica o commerciale. Un messaggio, questo, che riprende anche quanto sostenuto dal Premio Nobel Riccardo Valentini, quando venne ospite alle Acli nazionalisu invito di Acli Terra, la scorsa primavera.

Inoltre, – prosegue Tavoletta – abbiamo richiamata la necessità di valutare ogni singolo fenomeno nella dimensione del tempo e non solo nello spazio: un concetto ripreso, durante la riunione monegasca, anche dal ricercatore Ernesto Azzurro del CNR-IRBIM, l’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine di Ancona. Questo tema pone ad Acli Terra anche l’obiettivo di offrire alle comunità la possibilità di istituire piani regolatori dei tempi’, oltre ad un metodo di approccio alle questioni.

In particolare sulle specie aliene, principale tema all’ordine del giorno dei lavori dell’incontro, abbiamo chiesto che le istituzioni non intervengano più con misure limitate alle singole specie o alla singola emergenza, ma affrontino la complessità del fenomeno con la comunità scientifica e le rappresentanze dei pescatori. E’ evidente che non vi è più l’alibi della sorpresa.

Anzi, evitando così la lievitazione della percezione del pericolo, abbiamo ribadito e sottolineato la funzione pedagogica di Acli Terra sulle specie aliene, offrendo, come abbiamo fatto e facciamo, nei territori del nostro Paese, molti momenti di incontro e confronto sulle potenzialità della pesca delle stesse: un’azione psicosociale per liberare le comunità dalle dimensioni della criticità e dell’ansia emergenziale per disegnare prospettive e nuovi percorsi formativi professionali”.

“In tutto questo – sottolinea il presidente Tavoletta – possiamo cogliere la questione delle specie aliene per riaffermare il valore dell’essere umano nella sua autenticità integrale nel contesto naturale. E Acli Terra, proprio in quest’ottica lavora alla integrazione dello sviluppo rurale, urbano e marittimo dei ‘water front’ con un impegno sperimentale sulle Lagune, l’ecosistema più caratteristico e complesso”.

“Un percorso associativo che ho confermato in questo incontro svolto nel Principato di Monaco nella prestigiosa sede del Ciesm: in particolare ho necessità di ringraziare la Direttrice del Ciesm, la Dottoressa Laura Giuliano (nella foto), una scienziata italiana, e lo staff internazionale da lei diretto per la generosità che ha riservato per la nostra ospitalità, soprattutto in termini di strumenti ed elementi di confronto.

Prezioso è stato il lavoro dell’Ambasciatore italiano nel Principato di MonacoGiulio Alaimo (nellafoto), che si è impegnato affinché ci fossero le condizioni per aprire tale percorso di confronto, orientato a pratiche soluzioni e non solo a valutazioni accademiche. La nostra delegazione ha potuto contare sulla competenza scientifica di due biologi di prestigio, Claudio Brinati e Monica Crociata. E’ stato entusiasmante poter affrontare questa esperienza a fianco delle rappresentanze di ColdirettiAgci ed Anapi, che ringrazio, oppure ascoltare le testimonianze delle esperienze economiche, come quelle delle Mariscadoras o di Imperium Group sulla trasformazione delle specie aliene”, ha concluso il Presidente nazionale Acli Terra, Nicola Tavoletta.

Oggi 27 maggio 2024 alle ore 17.00 presso le Serre ART-ER (Giardino Margherita), in Via Castiglione 136, si svolgerà il dibattito “Innovazione e Sostenibilità per un vantaggio competitivo per le Imprese”.

Tra i relatori il Presidente nazionale di Acli Terra, Nicola Tavoletta, che interverrà con una relazione sul tema “Sostenibilità e certificazione nel mondo della agricoltura”.

Il programma dell’evento prevede, dopo l’introduzione di Sara Monesi, responsabile unità Start-up, l’intervento di Nicola Tavoletta, Presidente nazionale Acli Terra, con la relazione su citata; Mauro Antonelli, Sustainability Manager Natù, che interverrà sul tema ‘Carbon Footprint’ con la presentazione di SuitYou!; Andrea Franceschelli, Vice Presidente One Express con ‘Giovani aziende verso la sostenibilità’ e Vincenzo Fusco, Founder e General manager Natù, che concluderà l’incontro illustrando il Progetto ‘Un albero per il futuro’.

A seguire, tavoli aperitivo e networking dalle ore 18.15.

Il Presidente Tavoletta ha affermato: “Come Acli Terra siamo lieti di contribuire a una discussione sul piano della concretezza ambientale e della reale sostenibilità con il nostro punto di vista, – operatori e aziende rurali -, sempre in favore dei territori, sottolineando come i costi della transizione non debbono gravare unicamente sugli agricoltori”.

Martedì 21 Maggio 2024 alle ore 11.00 si svolgerà “Ne facciamo di tutti i.. colori”, un evento organizzato da ACLI Terra Vercelli, presso l’Istituto Alberghiero ‘Sergio Ronco’, in via Vittime di Bologna, a Trino (VC), dove ACLI Terra di Vercelli si presenta come nuovo osservatorio delle eccellenze legate al mondo rurale del territorio.

L’Associazione professionale agricola di ispirazione cristiana che tutela e promuove il mondo rurale, è e sarà punto di riferimento delle eccellenze della produzione locale, in primis il riso, ma non solo, e presenta in questa occasione due realtà di altissimo livello: l’Istituto Alberghiero ‘Sergio Ronco’ e i produttori di riso Priora e Vasino.

Interverranno all'incontro: i giornalisti Giulia Toninelli e Marco Fantasia, insieme alla Presidente di ACLI Terra Vercelli, Donatella Maffei; Cesare Daneo, Presidente ACLI Vercelli e Nicola Tavoletta, Presidente nazionale ACLI Terra.

A chiusura dell’evento “Ne facciamo di tutti i.. colori”, vi sarà una degustazione con riso Verelè.

"Abbiamo organizzato questo evento, per presentare ufficialmente la nascita di Acli Terra Vercelli come osservatorio del territorio agricolo del Vercellese e dare risalto alle eccellenze che meritano di essere valorizzate. Iniziamo questo percorso da un istituto alberghiero che forma ragazzi attraverso la passione che i docenti stessi trasmettono loro, facendone dei professionisti con una marcia in più”, sottolinea Donatella Maffei, Presidente ACLI Terra Vercelli.
Maffei aggiunge: “Presenteremo i produttori del Verelè, una varietà di riso rosa aromatico, un incrocio naturale scoperto in campo: un riso bello da presentare in tavola ma anche ricco di antociani, quindi dalle benefiche proprietà. E questo è solo l'inizio!"

I cambiamenti climatici stanno alterando la distribuzione spaziale delle specie. Tutte le previsioni future indicano un continuo aumento della temperatura a livello globale e locale e, conseguentemente, una messa in pericolo della biodiversità vegetale, animale e dei prodotti agroalimentari nei prossimi decenni.
La biodiversità è minacciata dall'inquinamento, dall'eccesso di nutrienti, dal sovra-pascolo, dall'agricoltura intensiva, dal fuoco, dall'erosione del suolo, dalla desertificazione e dal cambiamento climatico. Fenomeni causati dall’antropizzazione del pianeta.
La crisi climatica in atto, suffragata dalla comunità scientifica e dal monito di Papa Francesco attraverso l’Enciclica “Laudato sì”, ci rende consapevoli che ha una radice umana. Il nostro paese, l’Italia, gode di una biodiversità agroalimentare unica al mondo. È una ricchezza da salvaguardare e valorizzare.

Per questi motivi Acli Terra Nazionale, Acli Terra Lombardia e Acli Terra Milano-MB, in collaborazione con le ACLI Milanesi, hanno organizzato l'importante convegno:

“Crisi climatica e biodiversità agricola”
tenuto Venerdì 17 Maggio 2024 alle ore 15.30
Auditorium L. Clerici – via della Signora, 3 – sede ACLI Milano

La presentazione è stata arricchita dai saluti di importanti personalità, tra cui Andrea Villa, Presidente provinciale delle Acli Milanesi, e Colombo Delfina, Vice Presidente regionale delle Acli Lombardia, insieme ad altri illustri ospiti, quali Stefano Frisoli, vice Presidente Bio-As e direttore Caritas Ticino, e Giuseppe Fumagalli, Presidente Terra Viva Lombardia.

Gli interventi sono stati svolti da Don Nazario Costante, responsabile del Servizio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Milano, e da molti esperti nel campo della climatologia, dell'agroecologia e dell'ecologia, che condivideranno le loro conoscenze e esperienze, come Mario Piuri, Fisico ed esperto in climatologia; Giuseppe De Santis, Agroecologo Rete Semi Rurali; Enrico Toja, Presidente Elafonisos Eco; Silvia Bernini, Coordinatrice nazionale agriturismi Terra Viva Cisl.
Le conclusioni saranno affidate al Presidente nazionale Acli Terra, Nicola Tavoletta.
Il dibattito è stato moderato da Francesco Prina delle Acli Milanesi e Vice Presidente Fondazione Achille Grandi.

È stata organizzata in questi giorni a Roma da Acli Terra, per la prima volta in Italia, una prima, ristretta presentazione e degustazione di alto livello del ‘Lion Fish’, il pesce leone, la specie aliena che sta diffondendosi dalle Americhe attraverso il canale di Suez fino al nostro Mar Mediterraneo.

Dopo l'invasione del granchio blu che già ha coinvolto il nostro Paese, ma anch'esso utilizzabile con gusto in chiave gastronomica, Acli Terra ha, infatti, da poco lanciato l’allarme sul Lion Fish con una campagna informativa e conoscitiva ad hoc diretta a operatori della pesca, associazioni di categoria e istituzioni sul prossimo arrivo nei nostri mari del nuovo pesce alieno, già arrivato in Grecia e Turchia, in piena collaborazione con l'associazione ambientalista internazionale Elafonisos Eco con la sua rappresentante Katerina Kokkinaki.

Nella Capitale, Acli Terra, per la prima volta nel nostro Paese, e grazie alle arti gastronomiche dello chef Emanuele Federici de ‘La Bocca di Roma’, in una serata informativa tecnico-scientifica e di degustazione del Pesce Leone, - che sarà replicata a Milano il 17 maggio -, ha indicato la strada per una via positiva verso la commercializzazione, l’uso nella ristorazione e la consumazione da parte delle famiglie.

Il promotore della campagna e dell’iniziativa, il presidente di Acli Terra, Nicola Tavoletta ha affermato: “Primi in Italia, con questa iniziativa intendiamo fornire una risposta positiva possibile, di fronte ai sicuri danni che saranno provocati ai pescatori e agli operatori del mondo ittico, dall’arrivo di questo vorace pesce, detto anche pesce scorpione, ma gustoso e simile allo scorfano, che però si riproduce rapidissimamente e che può divorare i piccoli pesci fino a oltre 7 volte il suo peso. Come Acli Terra ci impegniamo per prevenire i futuri danni con un’azione realistica per uno sbocco sostenibile ed economicamente positivo per gli operatori, la sensibilizzazione delle istituzioni e l’utilizzo gastronomico del Lion Fish. E anticipo già che il prossimo 17 maggio a Milano organizzeremo un nuovo evento sul Pesce Leone”.

Katerina Kokkinaki dell’associazione ambientalista internazionale Elafonisos Eco ha sottolineato come “Queste specie aliene, pur nel danno che provocano - e penso alla mia Grecia dove il pesce leone è già arrivato - possono però essere convertite in un beneficio economico per i nostri pescatori e i nostri mercati. Dobbiamo consumare il Lion Fish ed urge un contenimento della loro riproduzione. Essendo molto gustoso può essere consumato variamente, con le sue proprietà nutrizionali ed è utilizzabile persino anche in chiave estetica, contenendo Omega 3 e collagene. E la mia passione nasce dal desiderio di fare qualcosa di bello per il pianeta con la nostra associazione con un progetto dedicato alla salvaguardia dell'ecosistema, capitanata da un presidente italiano, Enrico Toja, che mi ha permesso di entrare in contatto con Acli Terra, che ringraziamo molto per questa iniziativa innovativa, la prima in Italia”.

Il 22 aprile ACLI TERRA, alle ore 19,30, tramite la piattaforma Teams, svolgerà un seminario sulle innovazioni in agricoltura.

I relatori parleranno dell’evoluzione dell’Agritech e in particolare il tema è “Innovare l’agricoltura  con la stampa 3D e l’industria 5.0.

I lavori saranno coordinati dalla Vice Presidente dell’Associazione professionale agricola delle ACLI Arianna Zizzo e a relazionare saranno: il professore Claudio Piccioli, progettista e designer industriale SIT3D, l’esperto di stampa 3D della Treddy srl Mauro Cavina, l’esperto di tecnologie innovative per l’agricoltura C.T.O. della Feed srl Fabrizio Ferraiuolo e il Direttore del CAA ACLI srl Paolo Bartoli.

Un incontro voluto dalla Presidenza Nazionale di ACLI TERRA per affrontare delle specificità tecniche della innovazione in agricoltura, svelando nuovi strumenti utili per migliorare l’efficienza del lavoro nei campi.

Opportunità per investimenti tramite lo sviluppo rurale così da offrire soluzioni per la qualità del lavoro e per le prestazioni economiche della produzione.

Per partecipare è possibile chiedere il link alla casella di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

ACLI TERRA e il CAA ACLI SRL si congratulano con il Presidente Nicola Tavoletta per essere stato insignito da DocItaly del titolo onorario di Ambasciatore del Made in Italy in una cerimonia a Roma nella prestigiosa sala della Protomoteca nel Campidoglio.
In particolare gli è stato riconosciuto il suo impegno internazionale per la promozione etica dell'agricoltura italiana.

Il Presidente Tavoletta ha dichiarato: <<la missione di ACLI TERRA è quella di rappresentare e sostenere il lavoro delle donne e degli uomini in agricoltura e nelle marinerie, anche perché è il vero valore aggiunto del Made in Italy, molto più dei prodotti naturali. La nostra associazione cura le lavoratrici e i lavoratori per tutelare e migliorare i talenti e le competenze, considerandoli prima di tutto nell'integrità della personalità e successivamente nelle prestazioni. Il nostro prodotto è eccellente perché personalizzato da storie di comunità. Il Centro di Assistenza Agricola è il braccio operativo nell'affiancare gli agricoltori non solo tecnicamente, anche idealmente. Insomma al centro le lavoratrici e i lavoratori per una visione internazionale e di qualità del nostro sistema Agroalimentare>>.

Il Presidente Tavoletta ha dato appuntamento ad Orbetello per il prossimo 6 aprile per un evento europeo in laguna per promuovere i prodotti di aziende ACLI TERRA di più regioni.

Il Premio Re Italo, Terra degli Enotri ha celebrato il 15 marzo 2024 la sua seconda edizione, che ha registrato il coinvolgimento attivo, accanto alle associazioni promotrici di ACLI, Circolo “Don Saverio Gatti” di Lamezia Terme, ed AcliTerra Calabria, anche della società LameziaEuropadella Fondazione Augurusa, dell’UCID Calabria e del Comune di Lamezia Terme. Grandi sono stati anche la partecipazione di pubblico e l’interesse suscitato dall’iniziativa. 

Le ragioni della creazione del Premio sono state illustrate dall’ideatore e Presidente del Premio, Pino Campisi, che ha tutto il merito di aver coltivato a lungo l’idea e di averla alla fine realizzata con la finalità di far conoscere quanto di bello e di buono i Calabresi hanno saputo e sanno ancora fare, perimprimere uno stimolo forte e l’impegno a ripartire dalle nostre positività, per rilanciare lo sviluppo economico, sociale e culturale di cui la Calabria ha assolutamente bisogno. Ragioni e finalità che anch’io condivido da sempre e che mi sento impegnata a sostenere quando nascono iniziative capaci di promuoverle, come questa ha dimostrato essere

Le riflessioni che seguono sono quelle da me proposte in quella sede per chiarire dal punto di vista storico e scientifico il fondamento “culturale” della doppia intitolazione del Premio, che mette insieme un dato geografico, la terra degli Enotri, e un dato mitico, il re Italo, con l’intento di consolidare i valori di riferimento, sottraendoli a fraintendimenti e inopportune semplificazioni.  

La geografia storica colloca la Calabria attuale (che ha preso tardi questo nome) nella parte meridionale della terra degli Enotri, lOinotrìa,che comprendeva anche l’intera Basilicata. Nome antico del popolo indigeno e denominazione geografica realmenteesistentidocumentati ed ora diventati benriconoscibili attraverso dalle indagini archeologiche, che ne hanno identificato molti insediamenti, tante necropoli, tantissimi reperti che ne esprimono la cultura materiale. 

I Greci avevano già avuto occasione di entrare in rapporto con alcune comunità di Enotri insediate in prossimità di approdi naturali fin dalla seconda metà del II millennio a.C. durante viaggi per mare affrontati per secoli alla ricerca di materie prime. Mverso la fine dell’VIII sec. a. C., gruppi di greci erano arrivati a prendere possesso delle terre migliori degli Enotri e tra scontri violenti e necessari rapporti e adattamenti reciproci avevano finito per convivere nelle due regioni, i Greci nelle città fondate sulle coste (col loro vasto territorio nell’entroterra), gli Enotri rimasti ad abitare quasi solo nei loro villaggi dell’interno.

Nel corso del VI secolo a.C. e stabilmente dal V compare nei testi antichi la denominazione geografica di Italìache finisce poi per sostituire quella di OinotrìaIn questa sostituzione c’entrano ovviamente i Greci, ma più che sulla reale origine del nome Italìa, molto discussa già in antico,è importante fermare l’attenzione sul passaggio dalle due denominazioni geografiche ai progenitori mitici da cui sarebbero derivate.

Come sappiamo da Omero, da Esiodo, dai tanti poeti arcaici, i Greci avevano raccontato l’origine del mondo, degli dei e degli uomini, e poi dei vari popoli – a cominciare da quelli della Grecia stessa - creando genealogie e ponendo all’origine di ogni popolo un progenitore mitico, che avrebbe dato nome alla stirpe e alla regione da essa abitata in età storica: Eolo per gli Eoli e l’Eolide, Ione per gli Ioni e la Ionia, Doro per la Doride,e così via. Lo stesso fecero i Greci d’Occidente per i popoli dei quali avevano occupato le terre in Italia meridionale e in Sicilia o con i quali erano entrati in relazione nella penisola.Il più antico di questi progenitori mitici venne considerato Enotroche sarebbe giunto dal cuore della Grecia, dal Peloponneso, addirittura 17 generazioni prima della guerra di Troia(1600 circa a.C.)a cercare terre migliori in Occidente assieme al fratello Peucezio, eponimo del popolo dei Peucezi della Puglia. L’attribuzione di una sia pur lontanissima consanguineità e parentela era servita a legittimare la presa di possesso delle terre degli Enotri e dei Peucezi da parte dei coloni greci che avevano fondato in Calabria Sibari, Crotone, Caulonia, Locri, Reggio, e ancora Metaponto in Basilicata, Taranto in Puglia. Era servita a consolidare processi di integrazione, di complementarità economica, di convivenza pacifica, di acculturazione. 

Anche il nome più recente di Italìa ricevette dalla fervida fantasia dei Greci il suo progenitore mitico, Italo, che sarebbe stato un re degli Enotri solo tre generazioni prima della guerra di Troia, il quale avrebbe avuto il merito di rendere stanziale il suo popolo di pastori transumanti abituandoli a praticare l’agricoltura in sedi stabili. Dobbiamo allo storico siracusano Antioco, che nella seconda metà del V sec. a.C. aveva scritto una storia proprio Sull’Italìa(nota solo per alcune citazioni), la precisazione che le dimensioni del regno, che da Italo avrebbe preso il nome di Italìaall’inizio comprendeva solo le terre dall’istmo lametino-scilletino fino allo stretto e poi, sotto lo stesso re, avrebbe raggiunto i confini dell’attuale Calabria. Un secolo dopo Aristotele raccoglie anche altre notizie e nell’opera La Politicaaggiunge particolari che connotano ancora meglio la figura del re Italo come un eroe culturale: buono e saggio,il re avrebbe unito progressivamente le varie tribù di tutto il territorio, avrebbe introdotto delle leggi rimaste salde nel tempo, tra cui i sissizi, frugalissimi pasti in comune degli uomini in armi, che sarebbero stati addirittura anteriori a quelli che la tradizione greca attribuiva Minosse, il mitico re di Creta, per i Greci legislatoreinsuperabileL’immagine di re Italo creata per l’occasione dall’artista Max Marra ne offre un’efficace raffigurazione. Le doti attribuite al re Italo implicitamente definiscono quelle del suo popolo, unificato, valoroso, laborioso, dedito alla pastorizia e all’agricoltura (come la maggior parte dei popoli greci, e non solo in età arcaica), saldo nel rispetto delle proprie buone leggi. 

Il fatto che storici e filosofi autorevoli facciano riferimento a eroi ed eventi del lontano passato non trasforma né gli uni né gli altri in fatti e personaggi storici. Ma non servequifermarsi a indagare quale funzione fosse stata attribuita da Antioco o da Eforo o da Aristotele alla figura mitica di Italo. Un mito è un mito, e può assumere nel tempo un valore sempre nuovo e diverso, funzionale a coloro che se ne riappropriano per avallarequalcosa che da quel mito possa trarre un punto di forza. È ormai nota la scelta per L’Aquila come città della cultura 2026. Ma qualche giorno prima un quotidiano del Molise aveva provato a sfruttare come punto di forza proprio il nome «Italia» per far cadere la scelta su Agnone, perché quel nome a dire di dotti locali si sarebbe imposto con la rivolta contro Roma delle popolazioni del centro della penisolaescluse dalla cittadinanza romana, che avevano collettivamente assunto il nomedi Italici (guerra sociale, 90-88 a.C.)In verità il nome Italia si era esteso al resto della penisola già due secoli prima, quando Roma aveva conquistato la Magna Grecia, l’antica Italìa

Che uso intende fare del re Italo questo Premio? Non certo un uso retorico, o consolatorio, o nostalgico del passato, o per accampare rivendicazioni inconsistenti, come purtroppo spesso fanno troppi Calabresi quando rievocano perduti splendori.    

Il re Italo rimanda nel nomealla Calabria «prima Italia» e come eroe culturale richiama le peculiarità economiche reali e persistenti della regione, agricoltura e allevamento;racchiude nella sua immagine miticavalori positivi della saggezza, delle capacità organizzative, di processi di unione e di condivisione di leggi, costumi, pratiche comunitarie. Un premio intitolato al re Italo vuole essere dunque un invito alla ripartenza, alla ricerca di tutte quelle realtà positive che in Calabria ci sono ancora, nei vari campi di attività, e sulle quali è doveroso riannodare un racconto positivo di quello che la regione è e può ancora dare a tutta l’Italia, oggi e nel futuro.

La scommessa implicita degli organizzatori del Premio, come la speranza di quanti ne condividono le finalità, è che cresca la consapevolezza delle tante positive opportunità ancora presenti in Calabria, e che siano sempre più numerosi i giovani disposti a restare o a tornare per mettersi in giogo nel creare innovazione facendo tesoro della tradizione come punto di forza.

 

Prof.ssa Giovanna De Sensi Sestito - UNICAL

Premio Re Italo Terre degli Enotri – Seconda Edizione 2024

Presso il Chiostro San Domenico di Lamezia Terme, venerdì 15 marzo, si è svolta la seconda edizione del Premio Re Italo Terre degli Enotri.  Il filo conduttore ed i valori di fondo del Premio sono declinati per il secondo anno sulla consapevolezza che : «La Calabria ha bisogno di essere raccontata per le sue antichissime origini, il patrimonio umano e culturale, le bellezze naturali, i talenti e carismi, gli imprenditori della creatività del buon cibo e della tutela della biodiversità. Re Italo nella Terra degli Enotri per un cammino rigenerativo contemporaneo illuminato e progredito». L'evento promosso dal Circolo Acli don Saverio Gatti, da  Acli Terra Calabria e dall’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), con i patrocini di Lamezia Europa SPA, Fondazione Augurusa e Comune di Lamezia Terme, si è caratterizzato per la presenza di diverse realtà culturali, imprenditoriali e personalità del mondo culturale, i quali ricevendo il Premio Re Italo Terre degli Enotri, in segno di gratitudine ed ammirazione per essersi contraddistinti nei rispettivi settori di appartenenza, hanno offerto con i loro interventi uno spazio positivo e propositivo di una Calabria in crescita. Re Italo nella Terra degli Enotri rappresenta un cammino rigenerativo contemporaneo illuminato e progredito. Pino Campisi, Presidente regionale di Acli Terra Calabria, ideatore e presidente del Premio, nell’introdurre la serata ha sottolineato:<<In questa seconda edizione siamo sulla strada giusta, quella che deve dare un valore identitario al nostro territorio, in questa straordinaria parte centrale della Calabria. Noi salviamo questa terra che fu di Re Italo, solo se andremo alla ricerca della qualità in tutti gli ambiti, se saremo esploratori innovativi nel contesto nazionale e forti nella cultura e nell’impresa. Se sapremo essere custodi del pensiero e dell’esempio dei nostri uomini migliori e difenderli dall’usura di questo tempo che di continuo cade in basso e, attraverso l’invadenza dell’effimero, tenta di rimuovere  i sacrifici di quanti hanno costruito questo Paese con la loro professionalità ed i loro saperi, la loro conoscenza. Dobbiamo andare oltre l’attesa, persino oltre un certo tipo di analisi, di fatti e dati. Analisi ne abbiamo sperimentate e scandagliatetantissime, di ogni genere  e a lungo; ora dobbiamo pensare ed  essere operosi contemporanei e lavorare per una  storia integrata dello sviluppo. Quella di cui parlava Giorgio Sebregondi, meridionalista di azione e di costruzione, mai di lamento. Il suo è un “pensare economico” che mi interessa ancora moltoE’ colui che portava avanti il pensiero generativo per una Italia proiettata alla ricostruzione, cosa che avvenne in molti ambiti, poiché l’idea era di una classe dirigente che pensava in termini concreti e poi diffondeva ciò che si pensava. Il Premio Re Italo, da questa seconda edizione, non appartiene più solo alle Acli ( …quest’anno le Acli celebrano 80 anni di storia anno di nascita 1944 ), una storia molto importante, di grande e diffuso servizio al nostro Paese ), ma anche ad altre  istituzioni,  partner di prestigio e dunque assume un significato, più condiviso ed importante, più inclusivo, più civico, della città, della Calabria; legato alle imprese serie e di valore, accompagnato da persone che amano la cultura e i territori . Di tutto questo ne siamo fieri, come lo siamo del nostro Re Italo, Insomma siamo dentro storie di cultura e di pensiero che si incontrano e si intrecciano attraverso un senso civico di valore e di valori. Il Premio Re Italo Terre degli Enotri nasce per dare continuità e contemporaneità a queste storie di vita e di cultura, di imprenditoria e di civismo>>.Di assoluto valore, una vera lectio magistralisla relazione della prof.ssa Giovanna De Sensi Sestito, docente di Storia antica dell’UNICAL, la quale ha ricostruito la storia del popolo degli Enotri e nell’ambito di questa il mito di Re Italo. A seguire gli interventi dell’on Leopoldo Chieffallo, Presidente di Lamezia Europa Spa, che già da due anni sostiene il Premio, perché vi è un legame orientato allo sviluppo delle imprese e dei prodotti di eccellenza. Da questa seconda edizione, ogni anno il Premio Re Italo sarà assegnato ad un imprenditore che ha scelto di investire dentro l’Area industriale di Lamezia Europa Spa. Francesco Augurusa, Presidente della Fondazione Antonio Emanuele Augurusa, da quest’anno sostenitore dell’evento, ha relazionato non solo sulla qualità delle imprese ma anche sul valore della formazione per dare maggiore impulso allo sviluppo regionale. Infine il sindaco della città avv. Paolo Mascaro, ritiene la manifestazione del Premio Re Italoun valore culturale di notevole significato sociale per la città e per la Calabria. Da questo territorio, ha affermato, riparte un segno positivo di valori soprattutto per i giovani e per gli uomini di culturache si spendono per affermare progetti di sviluppo economico e socialeI lavori della importante manifestazione sono stati coordinati magistralmente da Massimo Mercuri, conduttore televisivo e giornalista. A ricevere il Premio Re Italo Terre degli Enotri – Edizione 2024, sono stati:Max Marra  artista di elevato valore nazionale,  pittore e scultore; Raffaele Trapasso – ricercatore OCSE ( Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico )Azienda-cooperativa "AlivaGianni Cortese - floraldesigner; il Polo Museale di Soriano Calabro, a ritirare il premiola direttrice Mariangela Preta;l’ Eremo di Soreto con Padre Pino Muller eremitaAzienda agricola olivicola Alfonsina Cosentino ; Salvatore Tarantino – artigiano ; Armando Taliano Grasso – docente Unical e scrittoreMuseo  del bergamotto Reggio Calabria, a ritirare il premioil presidente prof. Vittorio CaminitiAzienda apicolturaBiodi Fabio Galati  di Curinga (CZ)Trei premi alla memoria:Sharo Gambino – scrittore, giornalista, autore di testi teatrali, meridionalistaDomenico Romano Carratelli – Avvocato, già Presidente del ConsiglioRegionale della Calabria, bibliofilo, collezionista di libri antichi, ha scoperto il manoscritto acquerellato di fine '500 denominato Codice Romano Carratelli ed infine  Vincenzo Costanzo – imprenditore Azienda Dinamica Packaging Srldi Lamezia Terme. Nell’ambito della manifestazione c’è stato uno spazio espositivo di selezionate aziende agricole e agroalimentari e dell’artigianato di qualità, spazio voluto ed organizzato da Acli Terra Calabria.