Acli Terra esprime preoccupazione in merito all’accordo commerciale siglato tra l’Unione Europea e i Paesi del Sud America (il cd "Mercosur".
Sebbene l’accordo possa offrire opportunità commerciali, ci sono timori per la potenziale entrata sul mercato europeo di prodotti alimentari che potrebbero non rispettare gli elevati standard qualitativi e di sicurezza a cui sono abituati i consumatori europei. In particolare, è necessario garantire una piena reciprocità nelle normative, al fine di evitare situazioni di concorrenza sleale che potrebbero danneggiare le imprese agricole e alimentari europee.
“È fondamentale che l’accordo preveda meccanismi efficaci di controllo e verifica della conformità dei prodotti importati alle normative europee” - dichiara il Presidente Nazionale di Acli Terra Nicola Tavoletta - “Solo in questo modo potremo tutelare la qualità dei prodotti made in Europe e garantire la fiducia dei consumatori”.
Acli Terra chiede, inoltre, un potenziamento dei fondi destinati alla Politica Agricola Comune (PAC) per sostenere le imprese agricole europee nell’affrontare le sfide poste dalla globalizzazione e per promuovere una produzione agricola sostenibile e di qualità.
“La sovranità alimentare è un obiettivo strategico per l’Europa”, ha aggiunto Tavoletta. “È importante investire nel settore agricolo per garantire sicurezza alimentare e competitività delle nostre imprese a livello internazionale”.
Le associazioni come la nostra sono pronte a collaborare con le istituzioni europee per trovare soluzioni condivise che possano conciliare le esigenze di un commercio aperto con la tutela degli interessi delle imprese agricole e alimentari europee.
Acli Terra apprezza quanto dichiarato dall'ANICAV sulla esportazione dei pomodori dove ci deve essere reciprocità di controllo perché è importante tutelare il nostro patrimonio affinchhé i prodotti importati rispettino gli stessi standard
Non pronuncerò questo titolo spesso, mettendo alla prova la mia dizione, ma mi impegno a spiegarlo continuamente come missione della nostra Organizzazione Professionale.
Il relativismo delle caratterizzazioni geografiche è cresciuto in consapevolezza negli ultimi 35 anni, in particolare in quelli della globalizzazione.
La nostra Italia, che consideravamo in ogni lezione scolastica in fasce ambientali, oggi la scopriamo talmente relativamente piccola che abbiamo da definirla in una espressione unitaria: un'armonia di biodiversità in un unico e articolato "Water Front" Mediterraneo.
Nelle dimensioni mondiali, cioè quelle sulle quali ci misuriamo, la nostra larghezza media da mare a mare è piccolissima.
Quella massima è di soli 530 km, dal Monte Chardonnet al Monte Tarvisio, e quella minima addirittura di 35 km in Calabria.
Il comune più distante dalla costa è Madesimo, in provincia di Sondrio, a soli 290 km da Genova.
Affermo ciò perché oggi che l'Unione Europea e l'Onu pongono quale tema centrale la salvaguardia dei mari e degli Oceani, comprese le coste, noi abbiamo il dovere di essere un esempio di tutela e sviluppo integrale dei "Water Front".
Acli Terra nella nostra Penisola riconosce e sostiene l'integrazione di tre fenomeni attuali: lo sviluppo rurale, lo sviluppo urbano e lo sviluppo marittimo.
Non vi è più, quindi, la divisione tra le tre realtà, ma una inevitabile integrazione.
Ciò perché sono cambiati i parametri geografici, gli strumenti tecnologici nelle comunicazioni e nei trasporti e gli equilibri climatici.
l'Italia oggi è probabilmente il più importante esempio integrativo delle tre dimensioni, offrendoci l'opportunità straordinaria nel farlo funzionare, vincendo la sfida del cambiamento.
Attenzione, non è semplice, perché vi è un tradizionalismo o un conservatorismo culturale tipicamente italico che non riconosce tale processo fisico e antropologico
Infatti Acli Terra sente la responsabilità di una nuova pedagogia culturale ed ambientale per uscire da quell'Italia a fasce per abitare quella dell'integralità.
Una integralità che valorizza le diversità biologiche, vero patrimonio nazionale, che in quest' ottica addirittura aumenterebbero con i nuovi equilibri determinati con l'adattamento delle specie aliene.
Secondo la banca dati ISPRA, in Italia sono state identificate oltre 3.500 specie aliene, di cui 3.363 attualmente presenti
Dobbiamo avere il coraggio di capire che l'agricoltura quindi inevitabilmente varia, si diversificano i prodotti, ma anche i gusti. In alcuni casi le nuove colture sostitutive sono anche più redditizie.
Proprio per assecondare i cambiamenti dello sviluppo rurale con Acli Terra abbiamo aperto la campagna "Il menù fallo tu".
Nell'ottica attuale e futura dell'architettura urbanistica, invece, non esiste più una demarcazione tra campagna e città, ma graduali e benefiche sfumature tra i quartieri e la ruralità orizzontale e verticale.
Già con l'Expo del 2015 abbiamo visto degli esempi e ora l'ingegneria edile ha, ancora di più, i materiali giusti per ristrutturare la dimensione dei quartieri periferici, facendo entrare la ruralità in città.
Pensiamo ad un paradosso, cioè che mai come ora nella storia moderna la presenza della fauna domestica e selvatica è ampiamente presente nei centri abitati intenzionalmente o accidentalmente.
La ruralità può essere integrata nell'urbanizzazione, così come l'ambiente marino.
Abbiamo portato noi di Acli Terra in evidenza le barriere coralline artificiali progettate e realizzare proprio da uno scienziato italiano: Enrico Dini.
I quartieri o le opere urbane della Boskalis sulle coste addirittura incrementano la flora e la fauna marina, oltre a offrire opportunità alle comunità.
Le aree rurali oggi vivono nel rapporto con il mare una rigenerazione ambientale dopo le campagne chimiche degli anni '60 e '70.
Noi in ACLI TERRA abbiamo appunto approvato nell'ultima riunione di Presidenza Nazionale la Commissione delle Lagune d'Italia per far emergere nelle realtà più complesse, appunto quelle lagunari, la capacità integrativa delle tre dimensioni.
Questa sfida politica, invitati dal Ciesm, la porteremo nella Conferenza Mondiale dei Mari e degli Oceani dell'Onu nel 2025 a Nizza.
L'affrontiamo nella dimensione sociale, in quella ambientale e in quella economica, ma soprattutto in quelle psicologica e culturale.
Le lagune sono il laboratorio naturale più complesso e noi proveremo a farne un esempio innovativo.
Anche la nostra recente adesione al Clusterbig - Blue Italian Growth rientra in quest' ottica.
ACLI TERRA è l'associazione delle tre integrazioni in un'Europa e in un Mediterraneo che entrano nel vivo del cambiamento climatico, non nel dramma, ma con un intelligente ed etico adeguamento.
Nicola Tavoletta
Presidente nazionale ACLI TERRA
“Arrivano dati allarmanti sulla questione cinghiali ed il sovrappopolamento di questi ungulati.
Vigneti, uliveti, campi di mais e cereali, coltivazioni di girasole o ortaggi: è lunga la lista della razzia compiuta dalla fauna selvatica incontrollata nelle campagne, che vede al primo posto i cinghiali che hanno raggiunto i 2,3 milioni di esemplari sul territorio nazionale. Un'emergenza che provoca danni enormi all'agricoltura - un comparto riconosciuto come eccelso per il Made in Italy - che subisce una continua devastazione, ma anche per la più eclatante questione sicurezza dei cittadini nei centri urbani”.
Così il Presidente nazionale di Acli Terra, Nicola Tavoletta.
Duecento milioni di euro di danni solo nell'ultimo anno all'agricoltura italiana, che rappresenta un vanto nazionale, ma non protetta a sufficienza: la Puglia, con oltre 30 milioni di euro e 250 mila cinghiali, e la Toscana, con oltre 20 milioni di euro, di cui l'80% a causa dei 200 mila cinghiali, sono le regioni che hanno pagato di più per la presenza di questi ungulati.
Nel Lazio, i danni stimati dai soli cinghiali superano i 10 milioni di euro e in alcuni casi riguardano anche l’80% del raccolto. Oltre 10 milioni di euro sono i danni stimati in Calabria, secondo i dati diffusi dai colleghi di Coldiretti.
Un ulteriore elemento drammatico è che l’unico fenomeno che incide sulla limitazione della crescita esponenziale è la peste suina africana, che è pericolosissima per i nostri allevamenti dei suini, che vedono impegnati circa 100.000 lavoratori.
Inoltre, nessun territorio regionale è immune dal problema e, purtroppo, le stesse Regioni sono in difficoltà con l’erogazione dei risarcimenti, che arrivano dopo anni e con valori inferiori ai danni reali.
“Dinanzi a questa situazione emergenziale - sottolinea il Presidente dell’Associazione professionale agricola aclista, Tavoletta -, ci uniamo, quindi, agli appelli di Coldiretti e di Confagricoltura nell’auspicare piani straordinari di contenimento, chiedendo al Governo, e specificamente ai Ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, una strategia nazionale per incidere efficacemente. Oggi tanti agricoltori stanno usando risorse proprie per costruire barriere difensive e ciò incide ancora una volta sui costi della produzione agricola”.
"Lo avevano chiesto alcune delle principali organizzazioni del terzo settore tra queste le Acli, l'Arci, l'Auser, l'MCL, l'Ancescao. Serviva rinviare il passaggio al nuovo regime IVA previsto dalla riforma a meta' dell'anno con dinamiche costose e dannose per circoli e piccole associazioni. Stanotte in commissione e' stato approvato un emendamento presentato dal Pd al decreto Milleproroghe che sposta a fine anno il passaggio e mantiene un regime di agevolazioni Iva per migliaia di associazioni. Si tratta di un aiuto concreto a realta' sociali dell'associazionismo e del volontariato che sono tutti i giorni in campo, preziose per il paese anche nei giorni difficili della pandemia. Serviva non complicare la loro vita quotidiana e dare un po' piu' di tempo e ci siamo riusciti.". Cosi' Silvio Lai deputato Pd, membro della commissione bilancio di Montecitorio e tra i firmatari dell'emendamento PD.
"Grazie all'approvazione di un emendamento di Forza Italia al decreto Milleproroghe, l'applicazione del nuovo regime Iva per il terzo settoree sarà posticipata al 1 gennaio 2025. Un risultato importante per centinaia di migliaia di associazioni che operano nella promozione sociale e nell'ambito della diffusione della pratica sportiva, una vittoria di Forza Italia che si sta battendo per un riordino complessivo che valorizzi l'intero terzo settore, un patrimonio prezioso e insosituibile per il nostro Paese". Lo dichiara Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia.
ACLI TERRA, sostiene con fermezza la propria identità europeista in una fase tormentata per le politiche agricole del Continente e sente la necessità di affermare che ogni scelta va affrontata e assunta nelle Istituzioni, facendo emergere le ragioni.
Il messaggio è rivolto rivolto a tutti i cittadini elettori e alle dirigenze partitiche nazionali perché ci sia attenzione nella selezione democratica dei futuri parlamentari europei, probabilmente in passato scelti senza concentrarsi sui temi delle competenze dell’Unione Europea, tra le quali proprio la PAC.
In Italia stiamo facendo un lavoro importante come Rappresentanze e questo è stato evidente con l’unica legge nazionale in tutt’Europa che vieta la produzione e la commercializzazione dei cibi sintetici; ci sono tuttavia temi che hanno bisogno di fronti più ampi sui quali anche la totalità dei parlamentari europei italiani dovrebbero misurarsi con una presenza e un lavoro costante e coordinato.
«Chiediamo alle future istituzioni dell'UE - ha dichiarato Nicola Tavoletta, Presidente nazionale di Acli Terra - di riflettere sin da subito su come adattare la prossima PAC alle rinnovate esigenze di redditività e competitività delle imprese agricole, soprattutto considerando il nuovo scenario internazionale. E' fondamentale un approccio olistico, tenendo conto delle esigenze degli agricoltori, della sostenibilità ambientale e della sicurezza alimentare».
Per ACLI TERRA quindi bisogna rivedere le normative attuali che spesso risultano svantaggiose per il settore agricolo, imponendo vincoli e ostacoli burocratici e aumentando i costi. La revisione mira a promuovere un contesto normativo favorevole per consentire agli agricoltori di adattarsi alle sfide del futuro.
«Dobbiamo fornire sostegni finanziari adeguati agli agricoltori - continua Tavoletta - specialmente durante momenti di crisi. Investire nelle campagne non solo preserva il patrimonio agricolo e ambientale, ma promuove anche l'occupazione e la crescita civile delle zone rurali».
ACLI TERRA si oppone a scelte radicali, come il divieto delle insalate in busta, il nutriscore, le etichette allarmistiche per il vino, il permesso alla vendita del prosek croato o altri falsi fino alla possibilità di importare grano al glisofato coltivato secondo modalità vietate in Italia. Inoltre, evidenzia la carenza di organici nelle Direzioni regionali Agricoltura, un problema che rallenta l'attuazione delle misure della PAC e del FEAMPA.
Il Presidente nazionale Nicola Tavoletta, inoltre, in questi giorni ha inviato a tutti gli Assessori regionali alle politiche agricole una nota con la quale pone il problema della carenza degli organici delle rispettive Direzioni regionali Agricoltura cosa che rallenta incredibilmente l’attuazione di tutte le misure della PAC o del FEAMPA, considerando tale problema ancora più grave delle regole burocratiche. Le istruttorie delle pratiche, per tali carenze, sono eccessivamente lente, gravando sulle gestione economica delle aziende.
Infine ACLI TERRA continua a sostenere la necessità di un credito agevolato e tutelato per le imprese agricole e ittiche poiché rilevante è la funzione sociale oltre alle chiare difficoltà ambientali attuali.
Per le misure interne siamo a proporre la reintroduzione dell'esonero contributivo ai giovani agricoltori, ipotesi di esenzione contributiva per l'assunzione di giovani OTD e OTI e la stabilizzazione del costo del carburante sotto l'euro.
È stato sottoscritto oggi a Trento l’accordo di collaborazione per la rappresentanza e l’assistenza agli agricoltori trentini fra le organizzazioni agricole della CISL (Terra Viva) e delle Acli trentine (Acli Terra). L’accordo di
collaborazione ha come oggetto un programma condiviso di attività politica e sindacale congiunto finalizzata a promuovere, rappresentare e tutelare l’attività
agricola locale.
Terra Viva del Trentino e Acli Terra del Trentino sono due Associazioni indipendenti ma con la stessa finalità: rappresentare i liberi produttori agricoli
operanti sul territorio Trentino.
La priorità è rappresentare una filiera Agricola di qualità che valorizzi i prodotti locali e il territorio, che presti attenzione alla corretta gestione del lavoro dipendente, alle norme in materia di salute e sicurezza, che denunci e si dissoci da ogni forma di caporalato, sfruttamento e tutto quanto non concerne una gestione trasparente delle imprese.
L’accordo di collaborazione stabilisce inoltre che la società di servizi di Acli Terra si occupi della gestione delle pratiche degli iscritti a Terra Viva del Trentino. Acli Service del Trentino srl, già operante sul territorio come società
ausiliaria del CAA ACLI srl. e nelle funzioni di società di servizi di consulenza, s’impegna a fornire un’adeguata e continua assistenza fiscale, gestione paghe e tecnica alle aziende agricole aderenti a Terra Viva del Trentino.
Questo accordo getta le basi per più ampie collaborazioni e traccia un percorso originale che vede le due associazioni, dirette da agricoltori a ogni livello organizzativo, mettere al centro gli imprenditori agricoli e la soluzione dei loro problemi.
Per Acli Terra e Terra Viva diventa fondamentale contribuire ad una azione costruita attorno al socio, vero protagonista delle battaglie sindacali che le due
associazioni possono compiere insieme, con il comune obiettivo di migliorare il modo di occuparsi di agricoltura nel nostro territorio.
Intervenendo nella conferenza stampa di oggi il Presidente delle Acli trentine Luca Oliver ha sottolineato come l’accordo possa ampliare ulteriormente il livello di sintonia e collaborazione fra e due organizzazioni.
Il valore aggiunto derivante dal patto di collaborazione è stato poi ricordato dalla segretaria della FAI CISL (la Federazione di rappresentanza dei lavoratori
dell’agroalimentare) Katia Negri, del Presidente di Terra Viva CISL Rosario Casillo, del Presidente di Acli Terra Matteo Trentinaglia e del Segretario organizzativo di Acli Terra Ezio Dandrea.
E’ stato sottolineato in particolare come per la prima volta venga sottoscritto un accordo fra organizzazioni che si occupano sia di lavoro autonomo sia di lavoro
dipendente. Tutto questo, è stato rilevato, avrà ricadute positive nella lotta al caporalato favorendo un presidio costante sia sul versante dei datori di lavoro, sia su quello dei dipendenti e collaboratori.
Altro valore aggiunto derivante dall’accordo sarà il consolidamento della rappresentanza del settore ai tavoli di concertazione per la definizione delle politiche agricole della Provincia autonoma di Trento.
"La tempesta perfetta del 2023, caratterizzata da intense piogge seguite da attacchi di peronospora e un caldo torrido, ha causato danni stimati in decine di milioni di euro. Questa situazione rischia di trasformare la crisi del settore in una crisi sociale, con impatti gravi sull'intero territorio, principalmente nella Sicilia occidentale." Così in una nota il Vice Presidente nazionale di ACLI TERRA, Giuseppe Peralta, dopo la riunione tenutasi presso la sede del Comune di Petrosino per discutere sulla grave crisi che ha colpito il settore vitivinicolo in Sicilia.
"Di fronte a questa emergenza - ha commentato Peralta - , ACLI TERRA, in collaborazione con altre organizzazioni, ha espresso con forza la necessità di un intervento deciso da parte del governo regionale. Si è richiesto un impegno concreto per stanziare risorse adeguate, al fine di affrontare la crisi e rilanciare un settore vitale per l'economia siciliana".
Peralta inoltre conferma la determinazione nel mantenere una posizione salda di fronte a coloro che pensano che la cooperazione sociale e il settore vitivinicolo ad essa collegato debbano scomparire: "ACLI TERRA Sicilia - conclude - rimane fermamente impegnata nel difendere gli interessi dei viticoltori e della comunità, lavorando per garantire un futuro prospero per il settore".
"Apprezziamo la decisione dell'assessorato all’Agricoltura e del governo della Regione Sicilia di riattivare il Fondo di solidarietà regionale, stanziando 200 mila euro per i ristori alle imprese del settore della pesca, danneggiate per calamità naturali o eventi eccezionali o che hanno sospeso la propria attività per svolgere interventi di soccorso in mare a migranti e naufraghi"
Così si esprime il vice presidente nazionale ACLI TERRA, il trapanese Giuseppe Peralta.
"E' anche significativa la misura specifica, sottolineata dall'assessore regionale al ramo, Luca Sammartino, destinata ai pescatori di Lampedusa che hanno avuto le attrezzature danneggiate o problemi all'attività di pesca a causa dei relitti nei fondali di barche dei migranti.
Invitiamo gli operatori a consultare sul web l'avviso del dipartimento della Pesca mediterranea regionale per fruire dei contributi, che verranno erogati in regime 'de minimis' e fissati a massimo 30 mila euro per beneficiario", conclude il vice presidente dell'Associazione professionale di ispirazione cristiana che tutela e assiste lavoratori e operatori del mondo rurale e della pesca, Peralta.
Acli Terra Calabria nel 2018 intuì la valenza economica dei Distretti del Cibo, perché come scritto nella legge istitutiva del 2017 si pongono obiettivi strategici per << promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale, attraverso le attività agricole e agroalimentari; contribuire al mantenimento ed alla crescita dell’occupazione, sostenendo la proiezione sui mercati nazionali ed internazionali dei sistemi locali di riferimento e delle imprese, favorendone la concentrazione dell’offerta in logica di filiera e di multi filiera>>. Parte da qui Pino Campisi, presidente regionale Acli Terra Calabria, nonché Pres. Regionale UCID ( Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti ) per riaffermare che si tratta di un vero programma di progettualità e visione che andava trasferito sui territori regionali e farlo camminare per produrre beni, tutela ambientale, nuove opportunità di crescita delle imprese e nuove opportunità di lavoro. In buona sostanza con i Distretti del Cibo, Lamezia e il Comprensorio hanno l’opportunità di rilanciare un piano di investimenti e di lavoro per lo sviluppo locale integrato in una prospettiva di crescita, innovazione, competitività e sostenibilità economica. Invece niente, siamo fermi. In questo territorio manca una strategia, l’intrapresa, i tempi di attuazione saltano, non si converge per accompagnare un territorio dalle ricchezze naturali straordinarie che da almeno quindici anni non possiede un piano di sviluppo economico-industriale-agroalimentare della Piana e dell’Istmo. Sicuramente per mancanza di un forte partenariato istituzionale, con imprese e Associazioni professionali di categoria. Eppure a Lamezia potrebbe sorgere il più importante Distretto del Cibo della Calabria perché ci sono le condizioni migliori per sorreggerlo sin dalla sua costituzione, a partire dal sostegno di Lamezia Europa Spa, Agenzia di Sviluppo in particolare di Agriexpo-Patto Territoriale Agrolametino. Su questo territorio sono operative le più importanti ed innovative aziende agricole dell’intera regione, una fortissima rete di servizi e collegamenti ai fini della commercializzazione dei prodotti, una posizione straordinariamente unica tra la Piana di Lamezia e le zone montane e collinari, laddove vi è un patrimonio antico di produzioni di altissima qualità. Ne verrebbe fuori una ripresa socio-economica tramite la spinta auto-propulsiva del Distretto del cibo e dalla rinascita della Fiera Agricola. Tutto questo lo sostengono da tempo le Associazioni professionali agricole e gli imprenditori che non hanno mai fatto mancare il sostegno a questo strumento di sviluppo che abbraccia diversi ambiti della crescita di un territorio: agro alimentare, sviluppo della montagna, turismo esperenziale. E ancora, il rilancio del settore olivicolo e dell’oleoturismo che per la Piana lametina crediamo siano il pilastro su cui poggiare lo sviluppo economico. Se tutti questi punti di forza sono sotto gli occhi di tutti ci chiediamo quali sono gli ostacoli per dare una risposta immediata, da parte dell’Amministrazione comunale capofila del Distretto del Cibo, ai numerosissimi partner che hanno bisogno di rilanciare su scala nazionale ed europea le loro imprese ed i loro prodotti. Da qui nasce la necessità di costituire l’Associazione del Distretto del Cibo del lametino per creare e pianificare una strategia, utilizzando il marchio brand distretto e nel contempo partecipare a tutti gli eventi e avvisi pubblici regionali con fondi comunitari ove siano previsti benefici economici per il territorio e per le imprese del Distretto. Gli esperti del CREA ci dicono che i Distretti sono partenariati nati con lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale, enogastronomico e paesaggistico delle aree agricole, favorire la redditività, la sostenibilità e la socialità. Rafforzare la coesione territoriale, nell’ottica di promuovere la crescita e contribuire alla conservazione di saperi e tradizioni produttive. Per attuare tutto questo abbiamo fatto nascere un confronto dal basso che permane da due anni, mettendo in rete differenti competenze di imprenditori, Associazioni e giovani che voglio impegnarsi e favorire lo sviluppo della straordinaria area del lametino, che ha potenzialità come nessun’altra in Calabria. Possiamo perdere anche questa opportunità?
Pino Campisi
Presidente regionale Acli Terra Calabria – Segretario regionale UCID
«L’Agricoltura Sociale, in Calabria, ha bisogno di una cornice normativa che ci metta al passo con le altre regioni e che, soprattutto, cominci a creare un linguaggio condiviso e che tenga conto della multidisciplinarietà e della ricaduta socio-economica che questa rappresenta. Riteniamo opportuna e democratica la richiesta,dapprima condivisa e poi caduta nel nulla di essere ascoltati in audizione dalla sesta commissione e dagli On Gallo e Mancuso per valutare insieme la bozza di proposta di legge regionale di Agricoltura Sociale (AS).
Il nostro gruppo, di cui fanno parte il Forum regionale Agricoltura Sociale, ACLI Terra e gruppi sociali e d’impresa è eterogeneo per competenze, esperienze ed impegno civile, caratteri che ben coniugano il carattere multidisciplinare e multi settoriale dell’AS.
Da tempo questo coordinamento lavora mettendo a sistema una proficua riflessione, un utile dibattito e un corretto confronto sulla necessità di produrre una Legge sull’Agricoltura Sociale in Calabria, che faccia riferimento alla letteratura scientifica, a ricerche e indagini condotte a livello europeo, nazionale e regionale, così come d’altra parte era emerso in un primo incontro regionale, rimasto ad oggi l’ultimo,nonostante le richieste di essere auditi per portare avanti un lavoro comune e che tenga conto delle istanze di tutte le realtà che da anni lavorano in agricoltura sociale.
Quello che chiediamo alla politica regionale è di co-progettare. Da parte nostra siamo in grado di mettere al servizio della regione le conoscenze, i dati da noi raccolti, le nostre competenze e di quanti, cittadini e famiglie, camminano con noi in un percorso di welfare fatto di valorizzazione delle risorse agro-alimentari e di servizi ai più fragili, perché è questa la mission primaria dell’ Agricoltura Sociale, insieme all’interconnessione tra eco-sostenibilità e etica di responsabilità verso le comunità e l’ambiente.
Chiediamo inoltre, di portare all’ interno della discussione la voce delle aziende agricole, del terzo settore, degli enti di ricerca e degli enti pubblici, intermedi e locali che in questi anni si sono e si stanno occupando di questa innovativa pratica capace di dare risposte utili al settore delle politiche agricole, ambientali e al welfare calabrese».