21 Nov 2024

La relazione del nostro ex Presidente del Consiglio Mario Draghi per la Commissione Europea e il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Germania hanno centrato il tema del cambiamento climatico con serietà, rigore e pragmatismo.
La questione ambientale, come dicono i nostri rispettati Uomini di Stato, non è tema per affabulatori, per correnti modaiole eccentriche o estremisti.
È un argomento centrale per il destino dell'Umanita' che va affrontato in maniera coordinata dalla comunità scientifica e dalla società civile in armonia, anche con forme di adattamento.
La capacità di non andare in ordine sparso è affidata alla sintesi politica che pragmaticamente con la scienza può interpretare lo stato delle cose attivando gli adeguati strumenti o comportamenti.
Acli Terra sostiene che alfieri di questa azione sinergica sono proprio gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori, reali custodi dell'ambiente.
Funzione che gli va riconosciuta nella forma e nella sostanza.
Di questo il Presidente Nicola Tavoletta ne parlerà al 43° Congresso della Ciesm (Commissione per gli studi e le esplorazioni nel Mediterraneo e nel Mar Nero) a Palermo e al Big Meeting sulle Specie aliene a Pollenzo a fine ottobre.
Il pragmatismo del Presidente Mattarella e del Presidente Draghi sono un orientamento per Acli Terra e la comunità europea

Ascolta Nicola Tavoletta <clicca qui>
(dal gr nazionale Agenzia Italia Stampa del 29 Settembre 2024, ore 12)

Il Parco Naturale delle Serre di Calabria, istituito nel 1990, vive una fase di crescita e di ruolo strategico-istituzionale nell’ambito dei percorsi autopropulsivi dello sviluppo locale regionale.

E’ presidio nell’ambito di un’area vasta bisognosa di investimenti in idee, co-progettualità, promozione del territorio e delle imprese. Un pezzo di Calabria di pregio che include ben 35 comuni, in particolare della provincia di VV con 17 Comuni: Acquaro, Arena, Brognaturo, Fabrizia, Francavilla Angitola, Gerocarne, Maierato, Mongiana, Monterosso Calabro, Nardodipace, Pizzo, Pizzoni, Polia, Serra San Bruno, Simbario, Sorianello e Spadola; la provincia di RC con i Comuni di Bivongi e Stilo e la provincia di CZ con 7 Comuni, Badolato, Cardinale, Davoli, Guardavalle, San Sostene, Santa Caterina dello Ionio e Satriano.

Un Parco già forte e attrattore che sta per accogliere nuovi comuni: Torre di Ruggiero, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Capistrano, Soriano Calabro, Caulonia, Pazzano, San Pietro di Caridà e Dinami.

Analizzando la condizione geografica-demografico-abitativa dell’area siamo in presenza di un territorio vasto che totalizza però a stento 76.000 abitanti: 27 comuni su 34 ricadenti in aree interne, tra questi solo cinque con 5 mila abitanti, tre con 3000 residenti, sette che non superano i 2000 , undici con soli 1000 ed infine 10 addirittura con meno di 1000 abitanti. Nel graduale e continuo spopolamento questi comuni rappresentano un presidio culturale, storico-ambientale, archeologico-industriale, di itinerari monastici e turistici, una risorsa insostituibile e, come dire, prismatica per un possibile sviluppo integrato.

Vanno via i giovani che non trovano risposte lavorative in linea con le loro aspettative. Le aziende storiche, quelle create dai nostri padri nei primi decenni del novecento non reggono l’urto della velocità competitiva del nostro tempo e le loro produzioni faticano ad uscire da un territorio carente di servizi e collegamenti adeguati, con le strade che, come direbbero a Napoli, sono perlopiù sgarrupate. Da alcuni anni, vi è una reazione culturale forte, per resistere e restare, che ha come guida docenti universitari come l’antropologo Vito Teti , l’economista Domenico Cersosimo e lo storico di Dinami Michele Furci.

Nel secolo scorso, lo scrittore giornalista Sharo Gambino, con le sue battaglie civili, civiche e culturali che partivano dalla periferia più estrema, anticipò il rischio del declino delle aree marginali.

Oggi possiamo dare inizio ad un nuovo cammino che deve nascere dal territorio, attraverso il ripensamento delle azioni intraprese sulle aree interne, quali aree sistema.

Non vi è dubbio che il questo progetto di sviluppo il primo presidio è il Parco Naturale delle Serre che con la sua forza autopropulsiva potrebbe programmare e co-progettare, assieme alla rete dei comuni ed i Gal, uno sviluppo che costruirebbe la differenza, riprendendo in mano una storia di minorità socio-economica e condurla verso il ritorno ad un’economia di tutela ambientale, di qualità produttiva enogastronomica, di intrapresa economica , di cammini spirituali e culturali antichi, di turismo esperenziale, di attrattori culturali di grande interesse. Un’area di eccellenze che non possiede nessun altro Parco italiano: San Domenico di Soriano, il Castello di Arena, l’Eremo di Soreto di Dinami, l’Ecomuseo delle Ferriere di Mongiana, la Certosa di Serra San Bruno, le pietre neolitiche di Nardodipace e Ferdinandea, il Castello di Pizzo, il Lago dell’Angitola Sito di importanza Comunitaria (S.I.C.) , riserva tra le più importanti del Mediterraneo, la Ciclovia dei Parchi, i faggi monumentali delle serre che sono una forza naturale e ambientale unica, a protezione di una straordinaria biodiversità.

I valori di questi luoghi ci porterebbero a dire che siamo in presenza di un New Deal della bellezza ambientale delle Serre. Per Acli Terra Calabria il Parco Naturale delle Serre rappresenta lo strumento istituzionale più prossimo per aggregare e riabitare questi luoghi, in particolare attraverso l’incremento di una rete-distetto di attività imprenditoriali e la creazione di nuove occasioni di lavoro.

Pino Campisi - Presidente regionale Acli Terra Calabria

Il settore della quarta gamma sta attraversando un momento difficile per diversi fattori. I dati del 2024, infatti, registrano a marzo una perdita a volume del 2%, in peggioramento nelle ultime settimane con un valore puntuale che si attesta al -5%.

Nonostante il fatturato risulti sostanzialmente stabile è importante analizzare le principali cause di questa situazione e individuare i giusti correttivi per sostenere un settore fondamentale per il mercato dell’agroalimentare made in Italy. È quanto sostiene il Gruppo IV Gamma dell’Unione Italiana Food indagando l’andamento di mercato del settore negli ultimi mesi. Dall’indagine è emerso che le problematiche che affliggono la quarta gamma riguardano soprattutto l’aumento dei costi, il cambio di abitudini di consumo e le conseguenze del cambiamento climatico sulla produzione in campo.

La soluzione non è semplice, ma non può prescindere da una collaborazione tra aziende e distribuzione finalizzata a valorizzare l’alto valore di innovazione dell’ortofrutta di IV gamma che, nonostante numeri momentaneamente in calo, continua a essere molto presente nei carrelli dei consumatori italiani.

Dai dati si può evincere infatti che malgrado le criticità, lo scenario è sostanzialmente positivo e le aziende continuano a dimostrare una resilienza senza precedenti, grazie alla quale sono state in grado di affrontare momenti molto difficili.

«La quarta gamma è un esempio per tutto il comparto agricolo– afferma Nicola Tavoletta, presidente nazionale di Acli Terra – un esempio in cui l’agricoltura si ibrida con l’industria, anzi, dove gli imprenditori agricoli diventano anche imprenditori industriali.

La crescita del comparto della quarta gamma conferma infatti la capacità italiana all’innovazione, alla ricerca di nuove soluzioni per il mercato, alla qualificazione dei prodotti. Dalla terra si è passati a soluzioni industriali evolute e sofisticate, molto attente alla qualità.

E con la qualità e l’innovazione sono arrivati anche i mercati esteri, ricercati con gli adeguati investimenti nel marketing. Non ultimo c’è l’indotto, tutto quello che gira intorno al comparto: anche qui la crescita è evidente. Si pensi allo sviluppo della industria che costruisce i macchinari: anche in questo caso – conclude Tavoletta – siamo davanti a vere e proprie eccellenze internazionali, che devono essere di orgoglio e vanto per tutti».

In questi giorni l'Italia, insieme ad altri Paesi europei stanno vivendo gli effetti devastanti della crisi climatica con una violenza senza precedenti. Questi eventi estremi sono un chiaro segnale dell'urgente necessità di agire per preservare il clima a livello globale, e in particolare, in ambito europeo.

La crisi climatica è una realtà innegabile e gli effetti devastanti sono sempre più evidenti in tutto il mondo. L'Italia è solo uno degli esempi di come i cambiamenti climatici stiano alterando il nostro ambiente. Le grandinate e le forti piogge nel nord Italia hanno causato danni ingenti alle coltivazioni e all'infrastruttura, minacciando la sicurezza delle persone e delle loro proprietà.

Nel frattempo, il sud Italia è flagellato da ondate di caldo estremo e incendi, che hanno trasformato vaste aree boschive in ceneri. Questa distruzione aumenta il rischio di frane, alluvioni e mette a repentaglio la biodiversità e il sostentamento delle comunità locali.

Difronte a questi eventi c’è bisogno di risposte coordinate, concrete e ambiziose. L'Unione Europea ha un ruolo cruciale da svolgere nella lotta contro i cambiamenti climatici. Le azioni intraprese a livello comunitario possono avere un impatto significativo sulla riduzione delle emissioni di gas serra, sull'adozione di pratiche sostenibili e sulla protezione dell'ambiente.

Tra le strategie che dovrebbero essere adottate a livello europeo:

1. Investire nelle energie rinnovabili: Promuovere l'uso di fonti di energia rinnovabile come il solare, l'eolico e l'idroelettrico ridurrà la dipendenza dai combustibili fossili e ridurrà le emissioni di CO2.

2. Sostenere la mobilità sostenibile: Incentivare il trasporto pubblico e le auto elettriche contribuirà a ridurre le emissioni prodotte dal settore dei trasporti, una delle principali fonti di inquinamento.

3. Proteggere le foreste e incentivare la riforestazione: Conservare e rigenerare le aree boschive è essenziale per mantenere l'equilibrio degli ecosistemi e assorbire le emissioni di carbonio.

4. Promuovere l'economia circolare: Ridurre l'uso delle risorse e incoraggiare il riciclaggio e il riutilizzo dei materiali aiuterà a diminuire l'impatto ambientale.

5. Supportare la ricerca e l'innovazione: Investire in tecnologie verdi e sostenibili favorirà lo sviluppo di soluzioni più efficaci per affrontare la crisi climatica.

Siamo dinanzi ad una minaccia reale e urgente per l'intero pianeta. L'Italia sta sperimentando gli impatti devastanti di eventi climatici estremi, che sottolineano la necessità di agire immediatamente. L'Unione Europea deve assumere un ruolo di leadership nella lotta contro i cambiamenti climatici, investendo ingenti risorse nella lotta al cambiamento climatico. Solo ponendo al centro dell’agenda europea e globale l’emergenza climatica possiamo sperare di preservare il nostro clima e garantire un futuro migliore per le generazioni future. Il tempo per agire è adesso.

 

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Dott. Matteo La Torre

Ambasciatore del Patto europeo per il clima in Italia

"Tra i provvedimenti opportuni per poter arginare il pericolo del crollo del prezzo dell'uva da mosto nella prossima vendemmia, - afferma il Presidente Acli Terra Agrigento e componente del Comitato nazionale Acli Terra - l'adozione urgente di misure straordinarie come la 'Vendemmia verde'" 

"Il settore vitivinicolo siciliano sta attraversando un grave momento a causa della crisi economica. La  pandemia e la guerra in Ucraina hanno causato una contrazione dei consumi di vino e molte cantine registrano una giacenza di prodotto invenduto, con serie difficoltà a pagare i produttori per mancanza di liquidità. 

Già nella campagna vitivinicola precedente si è registrato un trend negativo. Infatti, il prezzo dell'uva da mosto è sceso di circa 10-15 centesimi di euro al kg, nonostante l'aumento dei costi per il caro energia, del gasolio e dei fertilizzanti".  

Così, in una nota esprime grande preoccupazione con un allarmato appello alla Regione Siciliana, Luigi Vecchio, presidente Acli Terra provinciale di Agrigento e componente del Comitato nazionale Acli Terra.

"Come Acli Terra chiediamo al governo della Regione Siciliana l'adozione di azioni urgenti e significative, tra le quali l'adozione della misura straordinaria della 'Vendemmia verde', cioè l'eliminazione dei grappoli prima della maturazione. Ciò consentirebbe di sgravare i viticoltori dei costi di produzione per arrivare a concludere il ciclo produttivo,  assicurando un reddito certo ai produttori. Sottolineo - aggiunge Vecchio - che in molti non hanno ancora ricevuto i pagamenti dell'uva conferita. 

Questa misura regionale potrebbe riequilibrare domanda e offerta,  evitando una sovrapproduzione di uve da vino che, inevitabilmente, farebbe crollare ancor più il prezzo dell'uva con conseguenze nefaste per le aziende, per gli operatori e i loro familiari e, in generale, per tutti coloro che ne traggono reddito con il proprio lavoro", conclude il presidente Acli Terra Agrigento e componente Comitato nazionale Acli Terra, Luigi Vecchio

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