Nel Lazio il 32% dei cittadini non riesce a effettuare un esame diagnostico con priorità B entro i 10 giorni previsti dalla legge.
Una situazione in peggioramento, come dimostrano i dati dell’ultimo mese, caratterizzata da forti disuguaglianze territoriali nella garanzia del diritto alle cure, con una variazione di 16 punti percentuali tra la Asl di Rieti e la Asl Roma 4.
Un dato tuttavia parziale perché nell’ultimo anno il 13% della popolazione ha rinunciato a curarsi a causa di problemi economici o per difficoltà nell’accesso, a cui si aggiungono coloro che rinunciano per la mancata erogazione delle prestazioni in tempi utili”.
Così, in una nota diffusa poco fa, la Cgil di Roma e del Lazio.
“Chiediamo investimenti per potenziare i servizi pubblici, aumentare il personale, la qualità e la quantità delle prestazioni sanitarie ed abbattere i tempi di attesa. Su questi temi, - aggiunge il sindacato Cgil - su cui abbiamo già avviato una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza, serve un impegno straordinario di Regione e Asl.
Dobbiamo mobilitarci e confrontarci, a partire dalla convocazione e dal funzionamento degli Osservatori per le liste di attesa”.
(Com/RoPag)