L’estate che stiamo vivendo sta già registrando temperature da record che si protraggono dal mese di Maggio scorso, con enormi problemi per l’agricoltura e l’allarme siccità che diventa sempre più critico con le ore che passano. E’ di qualche giorno fa l’annuncio con il quale il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per la siccità in Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte fino al prossimo 31 dicembre 2022. Una misura che si prevede verrà estesa a molte altre regioni del centro e sud Italia, in considerazione del fatto che tale emergenza è una costante in molte regioni del Mezzogiorno, come Puglia, Sicilia ecc.
“Le ondate di caldo anomalo, con picchi talvolta superiori ai 40 gradi hanno impattato in maniera devastante sul settore agricolo, con perdite stimate ed effettive che vanno ad aggiungersi ad una situazione già minata dal caro delle materie prime legato alla guerra in Ucraina”; sono le parole di Tommaso Loiodice, presidente di Unapol, Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli, che esprime la sua grande preoccupazione per “campi e terreni completamente asciutti, non in grado di assorbire le sporadiche bombe d’acqua, quelle violentissime e dannose precipitazioni che sono state registrate in regioni come la Puglia nella scorsa settimana”.
Anomalie metereologiche sintomo dei cambiamenti climatici con i quali gli agricoltori fanno i conti già da qualche decennio, e che stanno portando alla desertificazione e al radicale mutamento di tante aree un tempo floride e produttive della Penisola. “Ciò che bisognerebbe far capire all’opinione pubblica è che non si tratta di un problema circoscritto alle categorie agricole. Gli effetti della siccità ricadono come un domino sull’economia delle famiglie, dei consumatori che vedono aumentare i prezzi dei prodotti della terra”.
“Lo Stato”, prosegue Loiodice “attraverso gli aiuti e i milioni stanziati per l’emergenza in corso, sta tendendo la mano agli agricoltori in affanno, ma servono soprattutto soluzioni a medio e lungo termine”.
Unapol da sempre è in contatto con le realtà agricole e i referenti istituzionali: “Con i nostri momenti d’incontro vogliamo stimolare il dialogo tra gli imprenditori agricoli e le istituzioni, poiché uno dei nostri scopi è quello di ascoltare e dar voce ai nostri produttori olivicoli. Sono tante le soluzioni proposte, alcune molto interessanti e concrete. Come l’invito a tutte le amministrazioni comunali ad attivarsi per il riutilizzo delle acque affinate provenienti dai depuratori e per creare accordi intercomunali, laddove la geomorfologia del territorio lo consenta, al fine di individuare aree in cui è possibile la realizzazione di invasi naturali, sino a studiare la possibilità di utilizzare cave dismesse come bacini di raccolta acqua”.
“L’agricoltura tutta, e il settore olivicolo che noi rappresentiamo, sono una risorsa inestimabile per il nostro Paese e abbiamo il dovere di tutelarla in ogni modo possibile. Stiamo assistendo a mutamenti climatici repentini che rischiano di cancellare per sempre la nostra biodiversità. E’ giunto il momento di mettere in atto soluzioni realmente efficaci in grado di proteggere il nostro patrimonio verde, affinché le future generazioni possano godere anch’esse della spettacolare visione di un ulivo monumentale e gustare un prodotto, l’olio extravergine d’oliva, considerato oro per il palato sin dai tempi dei romani”.