21 Nov 2024

Il 28 luglio si è svolta in provincia de L'Aquila, tra Aragno e Collebrincioni, la Festa della trebbiatura. Nel programma Acli Terra della provincia de L'Aquila ha organizzato un convegno sulla "Civiltà Contadina".
I saluti sono stati del Presidente regionale delle ACLI Giuseppe Placidi, del Presidente provinciale delle Acli Mario Centi e il Presidente provinciale di Acli Terra, Lorenzo Coletti, oltre a salutare ha moderato il partecipatissimo dibattito.
Alla manifestazione hanno partecipato 1200 persone.
I relatori sono stati: il Presidente Nazionale Nicola Tavoletta, lo storico Alfredo Carnassale e l'antropologo Mario Santucci.
I due docenti hanno svolto un'analisi storica delle comunità rurali, mentre il Presidente Tavoletta ha scandito gli elementi di reinterpretazione da parte di Acli Terra di un nuovo sviluppo rurale.
Ha riflettuto sulla integrazione tra aree rurali e urbane e sulla necessaria trasformazione diretta dei prodotti, magari in cooperazione o con contratti di rete.
Appassionati sono stati i racconti di Placidi e Coletti.
Le 1200 persone poi hanno partecipato ad un banchetto popolare a base di pecora, sapientemente cucinata dai volontari aclisti del posto.

L’appuntamento-evento nasce da una storia culturale antica, la cui finalità sta anche nella valorizzazione  dei talenti, della qualità manifatturiera delle imprese di Calabria e delle competenze. Queste sono le occasioni per riaffermare uno stile relazionale e di umanità che in parte avevamo smarrito. Oggi abbiamo saputo mettere insieme cultura e impresa, perché convinti che la Calabria di questo secolo ha bisogno di una nuova visione creativa. Il nostro compito è di ascoltare e dissodare questo territorio regionale di Re Italo e degli Enotri, per lungo tempo lasciato nell’oblio. Questo premio porta anche nella sua nascita una forte consapevolezza, il tratto distintivo di un legame fortissimo tra storia antica, creatività, cultura e saperi delle imprese che forgiano la qualità delle produzioni e che  presidiano il territorio, che assieme agli attori della cultura raccontano la nostra gente e le nostre qualità, a partire da quelle di Re Italo e degli Enotri. Questo è un punto centrale. Il Premio è stato pensato non meno di tre anni fa. E' maturo oggi il tempo per riprendere il cammino e andare incontro alla storia di questo Re illuminato che si inventa in un tempo antichissimo della storia dell'umanità le prime forme di democrazia e di senso della comunità attraverso i Sissizi. In buona sostanza possiamo sostenere che questo Premio non solo ha l’ambizione di innestarsi alla storia contemporanea ma di rimanere figlio diretto di quella antica, portando con sé un calco, diremmo un modello, per gli imprenditori, anche per  le imprese storiche di terza generazione o che abbiano raggiunto i cento anni di attività economica e che hanno fatto  della loro vita una ragione di affermazione di valori nelle buone relazioni e in un lascito che ci consegna un brand per la continuità. Il nostro intendimento è di costruire, attraverso il Premio, un valore in più, un nuovo orizzonte verso il cambiamento. Secondo Furio Jesi, studioso ricercatore insigne, che non è per nulla minore nella materia, ci condensa in poche parole quanto oggi, superando le incertezze di tanti, vogliamo realizzare. Ascoltiamolo : << il mito è importante non tanto per la sua essenza, quanto per la sua esistenza: non tanto per ciò che è,  quanto per la funzione che svolge>>. Va dritto al valore che può rappresentare, se accompagnato anche da fonti storiche. Qui e adesso stiamo parlando di realtà! Una terra antichissima di cui la Calabria ed in particolare l’Istmo sono stati una parte di straordinaria ed unica vicenda umana, da cui poter fare la differenza che in gran parte dipende da noi. Ma la vera differenza la fa il rapporto per molti aspetti nuovo che si è attivato in questi mesi, in modo fiduciario, tra cultura e imprese, tra uomini di cultura e di valori, con gli imprenditori che generano qualità con le loro produzioni. Questa è vera sinergia, mai così stretta e mescolata da valori condivisi. Potremmo aggiungere che ancora una volta, dopo molti secoli, Re Italo riesce ad unire ambiti e culture diverse, stili di vita diversi, tutti però disponibili a rivedere e ricostruire il rapporto con la propria terra, quella che ha generato l'Italia. In questo tempo il nostro compito come Premio è dare continuità a questa storia così straordinariamente importante, “ fenomeno storico culturale" di unità intorno a Re Italo, da indagare, da sottoporre a ricerca sociologica contemporanea per capire da cosa è nato il crescente successo dell'evento e della storia. Serve un cammino di accompagnamento, serve senso civico e civile, quello buono che sta intorno a qualcosa di originale; serve una missione di storici, scrittori animatori culturali che scendono su un terreno di comunità che si incontrano con  Associazioni storiche come  l’UCID nata nel 1947  e Le Acli Terra nate nel 1944, insieme a Lamezia Europa Spa che rappresenta un luogo di impresa ed intrapresa per costruire e condividere intanto la strada verso il 2024 di questo Premio e che sin dall’anno prossimo si doterà di un organismo per definire le sezioni e le nuove credibilità sociali. Sento nell'intimo che riusciremo a dare valore a questa “attraversata” dentro e oltre l’Istmo. Ad esempio pensando anche ad un cortometraggio (…parliamone con lo stilista Anton Giulio Grande ed il nostro regista lametino Carlei …); penso ad una qualche forma di rappresentazione teatrale dove i riferimenti di Re Italo e degli Enotri  siano portati in emersione e partecipati ad un pubblico più largo; penso ad una sessione di storia antica da svolgere dentro i Licei Ginnasio di Calabria dove storia antica e archeologia si parlino intorno ad un progetto per disegnare il nuovo brand Calabria con i saperi delle imprese. Dobbiamo saper guardare fuori dalla nostra finestra, non basta affacciarsi, vi è uno scenario antico quello di Re Italo e delle Terre degli Enotri, a cui apparteniamo, da cui proveniamo, a cui dobbiamo legarci per rilanciare il nostro cammino di progresso e di civiltà culturale.

Pino Campisi

Presidente regionale Acli Terra Calabria

In prima assoluta, nella Capitale, al Teatro Le Maschere dall’8 al 13 novembre, andrà in scena 'Il testamento di Beethoven', un monologo diretto e interpretato da Luca Mascolo, con al violoncello Donato Cedrone.

Si indaga la vita geniale del grande compositore: un ritratto umano, oltre la produzione musicale.

Nel 1802 ad Heiligenstadt, nei sobborghi di Vienna, Ludwig van Beethoven, appena trentenne, scrive il suo testamento. Ma quella lettera resterà chiusa in un cassetto per altri 25 anni, fino alla sua morte, avvenuta nel 1827.
Il testo ripercorre la storia di quegli anni ed il contrasto tra la musica e l’uomo Beethoven. 
Qui il musicista si racconta tra spirito, nevrosi, dolore, solitudine, euforia estatica e incontenibile, legge morale e cielo stellato.

"Lavorare sulla vita ed anche sulla disabilità di Beethoven" - afferma l'autore Luca Mascolo - equivale "a indagare su quella di ogni uomo e vale la riflessione di Evgenij Evtušenko nella sua poesia 'Uomini': 'Ognuno ha un mondo misterioso, tutto suo'. Sembra un concetto lapalissiano, ma proprio qui accade qualcosa di misterioso per tutti noi; una sorta di meccanismo di rimozione automatico. Siamo grati a Beethoven per la sua produzione, la sua impronta sulla storia della musica e dell’arte nei secoli, ma ci dimentichiamo totalmente della sua sordità".

 La Musica del monologo è curata da Alessandro Cedrone; il violoncello è di Donato Cedrone.

Dopo il debutto romano, lo spettacolo andrà in scena il prossimo 24 novembre al Teatro Puccini (laboratorio) di Firenze.  
(Com/RoPag)

Durante la Giornata Nazionale del Ringraziamento, oggi celebrata a Sessa Aurunca in provincia di Caserta, ricordiamo il martirio del sindacalista di ACLI TERRA Giuseppe Fanin, ucciso da tre militanti comunisti il 4 novembre del 1948 a San Giovanni in Persiceto, nella sua Emilia.
Fanin era un alfiere dei diritti dei lavoratori con la visione della dottrina sociale della Chiesa ed è stato barbaramente ucciso proprio per la capacità di sostenere i valori e gli ideali del sindacalismo cattolico a soli 24 anni.
Ieri ed oggi è un servitore di Dio ed è in corso un processo di beatificazione. ACLI TERRA ricorda la sua figura e oggi prende l'impegno di costruire un corso di formazione per i giovani dirigenti intitolato proprio a Giuseppe Fanin.
Una scelta culturale per alimentare il pensiero della dottrina sociale della Chiesa nelle generazioni. Un impegno vivo per un uomo che continuerà a tutelare i diritti per i lavoratori della filiera agroalimentare tramite le nuove generazioni.

ROMA (ITALPRESS) - Il Ministero della Cultura presenterà il 1 ottobre alle 15:00 a Firenze, nell'ambito di TourismA - Salone Archeologia e Turismo Culturale, la candidatura all'Unesco come sito patrimonio dell'umanità della Via Appia Antica.
"Si tratta di una grande operazione di tutela e valorizzazione a livello globale di uno straordinario patrimonio culturale del Sud Italia - dichiara il Ministro della Cultura, Dario Franceschini - una via che per millenni ha unito Oriente e Occidente e lungo la quale la cultura greca ed ellenistica è penetrata nella romanità.
Il ministero sta investendo sulla tutela dei monumenti e sulla valorizzazione della via Appia oltre 22 milioni di euro" ha concluso Franceschini.

28 uffici del Ministero, 4 regioni, 13 città metropolitane e province, 74 comuni, 14 parchi, 25 università, oltre a numerose comunità territoriali, si sono uniti per tutelare, valorizzare e promuovere la candidatura di questo sito, che si sviluppa quasi per intero nel Mezzogiorno d'Italia. Il percorso integrale della prima consolare romana ad essere tracciata parte da Roma per arrivare a Brindisi, con la variante traianea che invece collega tra loro le città di Brindisi e Benevento.
L'antico asse di comunicazione, il primo concepito come "via publica", fu il prototipo dell'intero sistema viario romano che, con i suoi 120.000 km di lunghezza complessiva, costituisce ancora oggi il nerbo dell'articolata viabilità del bacino del Mediterraneo.

Le ben conservate testimonianze infrastrutturali, archeologiche, architettoniche, funerarie e civili della via Appia, distribuite lungo l'intero tracciato, rappresentano un patrimonio culturale di eccezionale valore che è necessario tutelare e valorizzare.
Il Ministero della Cultura, per sostenere la candidatura, sta inoltre investendo ingenti cifre nel restauro e nella valorizzazione di alcune evidenze archeologiche situate lungo il percorso della strada, contribuendo così a rivitalizzare lo straordinario patrimonio culturale del Mezzogiorno.

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