21 Nov 2024

Politica e istituzioni

(ANSA) C'è "apprezzamento", da parte del ministro del Lavoro Marina Calderone, in merito al "ruolo e alla funzione che il Consiglio nazionale dei commercialisti sta avendo sul tema strategico della riforma del Terzo settore. E ciò significa non soltanto, da professionisti, esaminare la norma ed i decreti attuativi, ma osservare la capacità di crescita" del comparto, anche perché "le norme ben scritte vanno nell'interesse delle persone, soprattutto di coloro che sono in maggiore difficoltà e hanno più bisogno di essere aiutati". La numero uno del dicastero di via Veneto, nel corso di un convegno nella Capitale, mette in luce come "l'interlocuzione con il Consiglio nazionale dei commercialisti" presieduto da Elbano de Nuccio, si stia configurando come "fondamentale per i decreti attuativi e per ciò che dovremo ancora porre in essere, per rendere efficace la riforma" del Terzo settore.

E spiega che "manca il decreto sulla disciplina dei controlli degli Enti e manca l'autorizzazione Ue per il regime fiscale del Terzo settore e della impresa sociale. Il ministero del Lavoro - prosegue - sta portando avanti le interlocuzioni necessarie", giacché è "importante dare certezza agli Enti".

Il 16 febbraio il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto PNRR ter, il quale punta ad accelerare la spesa dei fondi della Politica di Coesione UE e nazionali, accentrando le competenze in capo a Palazzo Chigi e sopprimendo l'Agenzia per la Coesione territoriale.

Sarà il Dipartimento per le Politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri ad assumere tutte le funzioni dell'Agenzia per la Coesione e ad assorbirne le risorse umane, strumentali e finanziarie. Una riorganizzazione radicale che, insieme alla riprogrammazione di una parte dei fondi europei non spesi attraverso il capitolo REPowerEU del PNRR, dovrebbe aiutare l'Italia a recuperare il ritardo della programmazione 2014-2020.

Il decreto prevede la composizione del “Nucleo per le politiche di coesione” (NUPC) che supporterà il Dipartimento per le Politiche di coesione. Il NUPC, che risulterà alla fine costituito da un massimo di 42 componenti nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o dell'autorità politica competente, sarà responsabile anche delle riprogrammazioni delle risorse UE e nazionali della Coesione, compresa la quota di fondi europei 2014-2020 non spesi destinata a confluire nel capitolo REPowerEU del PNRR. Sarà quindi questa la struttura tecnica che si occuperà delle modifiche al Recovery da sottoporre entro il 30 aprile alla Commissione europea e che potrebbe condurre in porto una doppia operazione: da una parte, alimentare il PNRR con i fondi strutturali per finanziare nuovi progetti strategici nel contesto della crisi energetica; dall'altra ricollocare nel ciclo 2021-27 dei fondi europei i progetti Recovery depennati perché inattuabili entro la scadenza del 2026.

Sempre fronte governance della Coesione, e funzioni di Autorità di audit dei Programmi nazionali, cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei per il periodo 2021-2027 o da altri fondi europei a titolarità delle Amministrazioni centrali dello Stato, saranno svolte dal Ministero dell'economia e delle finanze. Al rafforzamento delle strutture sono già state destinate risorse a valere sul Programma complementare di azione e coesione per la Governance dei Sistemi di Gestione e controllo 2014-2020 e altre arriveranno dalla programmazione complementare 2021-2027.

Il decreto istituisce inoltre l’Autorità di gestione nazionale del Piano strategico della PAC 2023-2027 (PSP), che sarà costituita da due Uffici: l’Ufficio per il coordinamento della programmazione e della gestione degli interventi e l’Ufficio per il coordinamento del monitoraggio e della valutazione.

Il nuovo decreto mira a velocizzare e sburocratizzare le norme applicative del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza incrementando, al contempo, le risorse umane a disposizione delle varie strutture per rispettare i tempi utili all’attuazione delle misure.

Dott. Matteo La Torre

Progettista ed Esperto in Fondi UE

Roma, 03 feb - (Nova) - La giunta capitolina ha approvato la delibera presentata dall'assessora capitolina all'Ambiente, Sabrina Alfonsi con cui si presenta lo studio di fattibilitá elaborato dal dipartimento Tutela ambientale per la posa di una barriera anti cinghiali lungo via Cristoforo Colombo nel tratto di complanare adiacente alla Riserva naturale statale del litorale romano, dal centro Acea a via del Martin Pescatore a Roma. Lo riferisce il Campidoglio in una nota. L'intervento, finanziato con circa 150 mila euro, prevede la completa rimozione delle attuali recinzioni ammalorate che saranno sostituite con una barriera in rete metallica anti cinghiale di 2,5 chilometri lineari. I lavori includono anche la potatura degli arbusti invasivi. L'avvio dei lavori, dopo l'approvazione della progettazione esecutiva e l'espletamento delle procedure di gara d'appalto, è previsto entro l'estate per concludersi in circa due mesi. "Con l'approvazione di questo studio di fattibilitá si avvia l'iter per la realizzazione di un intervento necessario a garantire la sicurezza dei fruitori della Pineta di Castelfusano e della viabilitá lungo la Via Cristoforo Colombo, per impedire pericolosi attraversamenti dei cinghiali presenti nell'area", spiega Alfonsi. "Si tratta di un intervento di contenimento degli ungulati analogo a quelli realizzati, ad esempio, in largo Rosa Gattorno, in via Giuseppe Taverna e in via Giorgio Pasquali confinanti con il Parco dell'Insugherata dove sono state posate speciali reti keller in corrispondenza di varchi di passaggio dei cinghiali individuati da una mappatura effettuata dal Municipio Roma XIV - aggiunge -. Come amministrazione siamo impegnati nelle azioni di monitoraggio e contrasto della presenza degli ungulati nelle aree urbane in collaborazione con la Polizia Locale di Roma Capitale, la Cittá Metropolitana e la Regione Lazio. Siamo, peraltro, coinvolti nell'attivitá del tavolo coordinato dal prefetto di Roma sull'applicazione del piano di contenimento della peste suina". (Com)

Roma, 03 feb - (Nova) - L'ordine dei dottori Agronomi e Forestali della provincia di Roma lancia un appello a tutti i candidati alla Regione Lazio "per evidenziare come la politica regionale debba necessariamente partire da una reale tutela e sviluppo del territorio puntando anche dell'alleggerimento della burocrazia e dell'accesso ai servizi". "Lo sviluppo rurale, quello forestale, la prioritá da assegnare agli usi civici e il verde urbano - si legge in una nota - sono i punti salienti delle richieste di Odaf ai candidati. E' un vero e proprio vademecum quello che gli agronomi di Roma propongono ai candidati alla regione. Alcuni punti salienti su cui costruire una politica regionale in tale settore attente ed efficace. Sul verde urbano è urgente un intervento risolutivo della problematica della Toumeyellaparvicornis del Pinus pinea.

Nella regione esiste una Legge che è però poco specificare lacunosa in taluni ambiti strettamente tecnici e di fondamentale importanza per la lotta, la prevenzione e salvaguardia di tale specie di elevato pregio paesistico".

"Dopo giorni di attesa sono arrivate le parole dell’onorevole Giorgia Meloni. Pensavamo che fossero le parole di un Presidente del Consiglio preoccupato di comporre l’unità e la coesione del paese in un momento di forte tensione. Abbiamo, purtroppo, letto le parole di un capo partito che difende i suoi oltre l’indifendibile e, per farlo, rilancia polemiche strumentali e livorose contro l’opposizione.

Una lettera che riattizza il fuoco invece di spegnerlo. Riteniamo davvero molto grave che la Presidente del Consiglio non consideri la diffusione di documenti dichiarati dal Dap non divulgabili come una ragione per le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia, Delmastro. E riteniamo altrettanto grave che non senta il dovere di prendere le distanze dall’uso diffamatorio verso il Partito democratico che il coordinatore del suo partito, nonché vice presidente del Copasir, Donzelli, ha fatto di quelle notizie riservate. Le affermazioni della Presidente Meloni sulla necessità di comportamenti responsabili ci inducono a ricordarle che il Pd ha nel suo dna la tutela della libertà, della democrazia, delle istituzioni repubblicane, dello Stato di diritto ed è e sarà sempre un costruttore di unità e coesione nazionale. Su questo terreno, Presidente, Meloni ci troverà sempre tutti uniti. Non è pertanto a noi che l’appello va rivolto ma a Fdi, di cui lei è leader e presidente, che ha infranto con accuse diffamanti e calunniose questa unità politica proprio in uno dei momenti parlamentari più importanti, il voto per l’istituzione della Commissione Antimafia.

Ricordi che a parlare per noi sono la nostra storia, la linearità dei nostri comportamenti e i tanti caduti del nostro campo, vittime della nostra intransigenza nei confronti del terrorismo. La stessa fermezza che teniamo oggi verso tentativi di sovvertimento dell’ordine costituito che non ci vedono e non ci vedranno mai ambigui".

Così in una nota il segretario del Pd, Enrico Letta, e le capogruppo democratiche al Senato e alla Camera, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani.

Roma, 06 feb - (Nova) - Nel Lazio "l'agricoltura va sostenuta e accompagnata, va eliminata la burocrazia, intervenendo anche sugli invasi perchè nella nostra Regione se ne parla poco ma c'è un problema di acqua che affligge nel quotidiano i nostri agricoltori". Lo ha detto il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio, Francesco Rocca, a margine del convegno di Confagricoltura, a Roma. "Il cambiamento climatico - ha aggiunto - è una realtá che rischia di impattare su una delle risorse piú importanti della nostra Regione: una filiera straordinaria che va custodita e protetta da queste minacce".

Transizione verde, digitalizzazione, ma anche internazionalizzazione, mobilità e inclusione sociale. Sono questi alcuni dei temi cardine dei bandi previsti dai Programmi operativi del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) della Regione Lazio, rivolti a imprese, enti di formazione, soggetti pubblici e professionisti.

I programmi della Regione Lazio a valere sulle risorse europee del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) per il settennato 2021-2027 hanno una dotazione finanziaria complessiva di 3,4 miliardi di euro. Questo budget, sommato alle risorse del PNRR e del Fondo di Sviluppo e Coesione, mette a disposizione di enti e imprese nei prossimi anni circa 16 miliardi di euro a sostegno della loro crescita economica. 

Il Fondo Sociale Europeo si occupa di ricostruire le condizioni di equilibrio e di equità all'interno di una comunità, cerca di andare in contro alle esigenze di carattere sociale, formativo, di istruzione, di inclusione sociale, di parità di genere che devono consentire di gareggiare tra pari. All'indomani dell'emergenza Covid-19 e degli effetti che la pandemia ha avuto su più fronti, adesso la Regione Lazio può focalizzare i propri sforzi per dare nuove energie ad un'economia e una società, che stanno uscendo dal letargo e riorganizzare le forze che in questa fase escono fuori con nuova energia. 

Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale è il primo che contiene una opzione di costi semplificati relativo alla rendicontazione dei costi di produzione cinematografica, questo perché quando l'onere amministrativo consuma giornate uomo di consulenti e funzionari, si rischia di perdere il risultato che si voleva ottenere. Da qui nasce la necessità di applicare misure di semplificazione amministrativa, di rafforzamento delle strutture regionali e delle società in-house, di ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese e soprattutto di ridurre i tassi di errore. Oltre alla misura già adottata nel settore Cinema, sono queste le opzioni di costo semplificato:

  • Digitalizzazione;
  • Internazionalizzazione;
  • Diagnosi energetica.

La Regione Lazio è stata fra le prime regioni in Italia a ricevere l’ok della Commissione europea al programma FESR, che può contare su 1,8 miliardi di euro.

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Parallelamente, nel programma FSE – con un budget di 1,6 miliardi – viene sottolineata l’importanza di temi come la valorizzazione del capitale umano, la formazione e l’inclusione sociale.

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È necessario far si che l’insieme di tutti questi fondi, sia di derivazione regionali che nazionale e europea, si integrino, ci siano sinergie e complementarità per far si che ci sia un largo assorbimento efficace di risorse ma allo stesso tempo la capacità di impatto deve essere strategica ed efficace. Questo comporta la costruzione di progetti più complessi.

La differenza fondamentale tra fondi strutturali dell’attuale settennato e PNRR è che quest’ultimo è caratterizzato da due aspetti:

  • Eccezionalità, ovvero l'UE - in virtù della pandemia - ha cambiato il proprio paradigma di gestione delle risorse, fornendo all'Italia la fetta di finanziamenti più importante;
  • Addizionalità, ovvero rappresentano un extra rispetto a quelli stanziati solitamente.

A proposito della gestione delle due opportunità a livello nazionale, l'Italia ha la possibilità di programmare in futuro con un Governo che ha deciso di unificare sotto unica regia del ministro Fitto il PNRR e le politiche di coesione. Questo è fatto in modo da garantire un miglior coordinamento, anche se è importante dire che sono fondi diversi che vanno gestiti in maniera diversa.

A proposito della necessità di gestire in maniera sinergica e complementare, evitando sovrapposizioni, bisogna sottolineare un vantaggio che la Regione Lazio ha sul fronte delle risorse destinate alle imprese, rappresentati dalle discipline regionali che con degli automatismi hanno portato facilità e risorse a supporto delle aziende. Il secondo punto è quello della complessità delle procedure e della conseguente dispersione delle risorse. Una criticità che andrebbe risolta con una semplificazione sui bandi.

Per la Regione Lazio è in arrivo una mole importantissima di investimenti - sia di tipo ordinario che di tipo straordinario - che possono cambiare il volto del territorio e delle aziende. Tuttavia, bisogna avere la capacità di utilizzarli al meglio e di fare operazioni non occasionali, ma strategiche. La sfida importante è rendere più semplice la comprensione e l'accesso a questi finanziamenti anche da parte delle imprese.

 

Dott. Matteo La Torre

Progettista ed Esperto in Fondi UE

"I dati divulgati da Assaeroporti sul trasporto aereo, afferma il Presidente Nazionale di ACLI TERRA Nicola Tavoletta - in Italia sono interessanti per la interpretazione dei flussi dei lavoratori e dei turisti e quindi per ragionare su misure di sviluppo o assistenza.
Tale tema è strategico per la filiera agroalimentare e per il Made in Italy. La questione dei trasporti aerei ha, infatti, una incidenza notevole per la movimentazione delle merci e registra un +1,7% rispetto al 2021. Dato superiore alla media degli Stati della Unione Europea.
Inoltre rileviamo che gli scali medio-piccoli del Mezzogiorno e delle Isole hanno recuperato e superato i livelli del 2019, considerando quindi necessario inserirli in contesti infrastrutturali e di servizi superiori quantitativamente e qualitativamente tramite il pnrr.
Se Malpensa e Fiumicino soffrono, invece il resto d'Italia è in crescita.
Il ragionamento sociale, oltre che economico, è quindi quello di considerare fondamentali socialmente ed economicamente le comunicazioni aereoportuali e quindi i costi dei biglietti vanno calmierati, soprattutto da e per le isole.
Tema che abbiamo già sollevato con ACLI TERRA Sicilia e Sardegna a dicembre.
Le infrastrutture aereoportuali minori, sia per il traffico merci che per quello delle persone, rappresentano una soluzione importante, migliorando, appunto, la commercializzazione dei nostri prodotti, l'agibilità di trasferimento dei lavoratori e il flusso turistico, tre elementi focali per i comparti dell'agroalimentare e della ospitalità turistica, che vanno accompagnati come detto da un ampio investimento pubblico e privato.
Non è, comunque, una questione relativa solo al Mezzogiorno, anzi vi sono scali emergenti anche nelle più piccole province del centro nord che possone essere migliorati."

Redazione

Roma, 30 gen - (Nova) - "La salute mentale non è un bonus ma un diritto" scrivono su un cartellone gli psicologi e psicoterapeuti risultati vincitori del concorso indetto dalla Asl Roma 2 che questa mattina hanno protestato davanti alla sede della Regione Lazio. Gli psicologi, che hanno sostenuto le tre prove d'esame durante la pandemia, contestano il lento procedere dello scorrimento delle graduatorie e il fatto che le Asl abbiano indetto altri concorsi senza attingere al bacino dei 750 che giá hanno superato la selezione. "Ad oggi le procedure di assunzione sono state a dir poco opache. Sì continua a procedere per manifestazioni di interesse, mentre la necessitá di servizi sul territorio regionale è disperata, come è testimoniato anche dalla lettera dei direttori dei dipartimenti di salute mentale- ha spiegato alla Dire Giuseppe Sartiano, psicologo e psicoterapeuta tra i 750 risultati idonei al concorso della Asl Roma 2- non capiamo perchè si continuano ad utilizzare queste strane modalitá di assunzione dando linfa al precariato, quando ci sarebbe bisogno di stabilitá". Il gruppo di psicologi sottolinea anche le difficoltá per aver sostenuto un esame complesso, composto da tre prove (due scritte e una orale), in piena pandemia. "Ora chiediamo di essere assunti e di riempire i servizi che sono al collasso".

I manifestanti dicono di non conoscere con precisione il numero di posti vacanti, "ma possiamo dire che sul territorio regionale esistono 250 consultori", e "piú della metá sono scatole vuote perchè non ci sono professionisti al loro interno, e il nostro concorso nasceva con un'intenzione specifica per i consultori", ha detto ancora Giuseppe Sartiano. "Gli scorrimenti molto lenti e gli avvisi di stabilizzazione non sono del tutto in regola - ha aggiunto Liliana Salvati, tra i 750 risultati idonei - Vogliamo chiedere chiarimenti alla Regione. Perchè intanto, molti servizi a Roma e nel Lazio sono sguarniti di personale". Oggi una delegazione degli psicologi è stata ricevuta dalla direzione socio-sanitaria.
Gli psicologi hanno chiesto il rispetto dei bandi pubblici e lo scorrimento delle graduatorie. Anche Eloisa Fanuli, candidata della Lega al Consiglio regionale, ha voluto manifestare la sua solidarietá e vicinanza agli psicologi e psicoterapeuti risultati idonei per il concorso indetto dalla Asl Roma 2 e ancora in attesa di assunzione. "Abbiamo sostenuto la manifestazione fin dall'inizio e mi sono interessata al tema in prima persona", ha detto Fanuli a margine del sit-in.

Roma, 25 gen. (Adnkronos) - "Grande intesa oggi all'incontro con Coldiretti Lazio. Abbiamo quattro priorità: lotta alla siccità e piano regionale della gestione delle risorse idriche; comunità energetiche agricole; introduzione dell'assessorato al made in Lazio e snellimento delle procedure; creazione del primo ospedale pubblico veterinario al servizio degli allevatori in zona Marcigliana a Roma. Il progetto che ho in mente per il Lazio di domani parte proprio da proposte concrete e investimenti per accelerare lo sviluppo e incrementare l'efficienza di quei settori locomotiva della nostra economia regionale". Così Alessio D'Amato, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio.

"Per questo - continua - nel mio programma elettorale ho inserito una serie di investimenti che mirano a rafforzare questo settore, come: 101 milioni per la qualità dei prodotti agroalimentari e il benessere degli animali, 361milioni per il sostegno alla produzione agricola sostenibile e biologica per l'ecosistema e la biodiversità, 13milioni per lo sviluppo della logistica e dei mercati agroalimentari all'ingrosso (Car e Mof), 16milioni per la pesca sostenibile e la conservazione delle risorse biologiche marine".