21 Nov 2024
(AGI) - Roma, 21 dic. - "Devo ringraziare il mondo delle imprese agricole, che ha resistito in tutti questi anni e oggi ha un governo che ascolta i loro bisogni…

Raddoppiate le risorse per il sottoprogramma apistico regionale 2023-2027 dell’OCM Miele a sostegno di investimenti, assistenza tecnica, ricerca, promozione dell’apicoltura nel Lazio.
“Abbiamo raddoppiato nell’ambito OCM Miele, rispetto alle annualità precedenti, le risorse previste dal sottoprogramma apistico regionale 2023-2027 per un importo complessivo di oltre 2,5 milioni di euro. Un risultato straordinario frutto di un lavoro costante che in questi anni ha visto la nostra apicoltura aumentare il suo valore sotto tutti punti di vista qualificando il Lazio come una tra le regioni più vocate d’Italia per la produzione di miele.
Parliamo di oltre 500mila euro annui che andranno a sostenere i nostri apicoltori per azioni di ripopolamento del nostro patrimonio apistico, per l’acquisto macchinari e attrezzature, per assistenza tecnica e consulenze, per attivare collaborazioni con enti di ricerca e sviluppo, per la promozione commercializzazione di tutti i prodotti dell’alveare dalla cera, al polline, alla pappa reale, agli sciami, alle api regine.
Proprio nel Lazio sono state nel 2021, anno che sappiamo esser stato delicatissimo, oltre 430 tonnellate secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Miele e non c’è dubbio che quando si parla di apicoltura si parla di un settore strategico dall’alto potenziale di crescita, basta pensare che la produzione di miele in Italia non soddisfa il fabbisogno interno e che i settori d’interesse variano dalla nutraceutica, all’enogastronomia, all’omeopatia o apiterapia, all’estetica.
Ma oltre allo straordinario risultato raggiunto con OCM Miele va evidenziato che la Regione Lazio proprio a sostegno e salvaguardia del settore ha approvato con la LR. 17/2022 una nuova legge per la salvaguardia e la valorizzazione dell’Apicoltura a testimonianza di quanto sia stato in questi anni forte l’attenzione verso questo settore.
L’apicoltura e i suoi protagonisti, api e apicoltori, sono tra i testimoni più preziosi e importanti di una agricoltura innovativa e sostenibile che pone l’uomo, i beni naturali e la conservazione del nostro ecosistema, al centro dei nostri obiettivi.
Il Sottoprogramma apistico del Lazio mira a promuovere non solo l’importanza economica di questo settore ma anche la strategicità per la difesa dell’ambiente e la tutela della biodiversità, promuovendo la professionalità del settore, favorendo la formazione degli apicoltori, stimolando l’introduzione di innovazioni tecnologiche in azienda anche per migliorare la capacità di adattamento degli alveari ai cambiamenti climatici, promuovendo l’aggregazione tra gli operatori per migliorare la competitività e l'orientamento al mercato, sensibilizzare la conoscenza del settore, della filiera e dei prodotti, valorizzando il miele di qualità per diffonderne la conoscenza presso il mercato e il consumatore, anche attraverso azioni di informazione e promozione”.

Per tutti i dettagli: www.regione.lazio.it/imprese/agricoltura

Lo dichiara in una nota l’Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Pari Opportunità della Regione Lazio, Enrica Onorati

Roma, 13 dic. (LaPresse) - Il Centro Funzionale Regionale del Lazio rende noto che il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso oggi l'avviso di condizioni meteorologiche avverse con indicazione che…

Roma, 12 dic - (Nova) - Con la pubblicazione del decreto di indizione delle prossime elezioni regionali, in programma il 12 e 13 febbraio 2023, Mario Ciarla ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente del Cda di Arsial. La presidenza di Ciarla, iniziata nell'ottobre 2020 in piena crisi pandemica, si è caratterizzata sin dall'inizio per l'attenzione al macrotema dello sviluppo e dell'innovazione agricola, declinato in tutti i suoi aspetti piú rilevanti, dalla tutela dell'agrobiodiversitá autoctona al trasferimento di conoscenza, fino alla promozione del patrimonio enogastronomico regionale, manifestando in ogni contesto, anche internazionale, una spiccata competenza manageriale unita a una grande sensibilitá umana. Salutando i dipendenti, nel corso di un momento privato, Ciarla ha tenuto a ricordare la profonditá del legame che lo unisce ad Arsial e all'intero settore: "Per me è stata una grande avventura, tanto sotto l'aspetto umano che professionale.
Sotto stati due anni intensi, ma anche molto belli, pieni di attivitá e iniziative, trascorsi con la convinzione che l'agricoltura, la tutela dell'ambiente naturale, la salute e l'alimentazione, siano aspetti chiave, strategici nella costruzione di un futuro piú equo e di una societá sostenibile, tanto per gli individui che per i territori".
A nome dell'intera Agenzia, il direttore generale Maria Raffaella Bellantone ringrazia Ciarla per la disponibilitá e l'impegno profusi alla guida di Arsial, nel corso dei due anni della sua presidenza: "Desidero rivolgere all'ing. Mario Ciarla un caloroso ringraziamento, a nome mio e dell'intero personale, per la coerenza nell'operato, la competenza dimostrata e la sensibilitá nell'agire, espresse in questi due anni di amministrazione. Due anni nei quali è stata promossa, in perfetta continuitá amministrativa con gli indirizzi della giunta regionale, una proficua azione di sostegno ai produttori e alle imprese della filiera laziale, tanto nell'attuazione delle politiche di sviluppo agricolo, quanto nella valorizzazione del nostro straordinario patrimonio agroalimentare". A Mario Ciarla vanno i migliori auguri dell'Agenzia per il prosieguo di una felice attivitá professionale. Lo comunica in una nota l'ufficio stampa di Arsial. (Com)

La fucina italiana dell’olio affonda. Secondo le ultime stime dell’Ismea, la produzione 2022 di olio extravergine d’oliva pugliese è crollata del 52%, praticamente dimezzata. Con 60 milioni di ulivi, la…
Il deputato ed ex ministro degli Affari Europei, Enzo Amendola (Pd), ha depositato una interrogazione a risposta scritta ai Ministri della Protezione Civile e le Politiche del mare e delle…
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Acli Terra della Campania esprime grande soddisfazione alla bella notizia della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (C 448/39 del 25.11.2022) della domanda di registrazione dell’ IGP “Olio Campania” ai sensi dell'articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli.

Un risultato importante che potrà portare risvolti economici tutt’altro che trascurabili per l’olivicoltura e per l’agricoltura tutta, in Campania. Fra qualche mese quindi anche la Campania potrà fregiarsi nel mondo di un ulteriore prodotto ad Indicazione Protetta, proprio l’Olio extra vergine di Oliva che è il simbolo nel mondo della Dieta Mediterranea, nata qui in Campania, e che oggi trova finalmente la sua più naturale denominazione.

L’obiettivo, raggiunto grazie all’impegno e perseveranza del Comitato Promotore, con il convinto sostegno dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, arricchisce il patrimonio Italiano dei prodotti di qualità che mettono al primo posto in Europa il nostro Bel Paese con 319 denominazioni DOP, IGP, STG e 526 vini DOCG, DOC e IGT, senza considerare poi il nutrito elenco di Prodotti PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) che conta ben 4.881 prodotti le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate e praticate secondo regole tradizionali da almeno 25 anni.

La Campania si posiziona al secondo posto in Italia con ben 457 prodotti PAT registrati e vanta quindi un ricchissimo paniere di vini DOCG, DOC e IGT e altri 26 prodotti registrati DOP, IGP, STG, tra cui 15 DOP e 11 IGP (Nocciola di Giffoni, Castagna di Montella, Marrone di Roccadaspide, Marrone di Serino/Castagna di Serino, Limone Costa d'Amalfi, Limone di Sorrento, Melannurca Campana, Carciofo di Paestum, Rucola della Piana del Sele, Pasta di Gragnano e il Vitellone bianco dell'Appennino Centrale).

Per l’Olio Extra Vergine di Oliva, l’Italia conta ben 42 DOP di cui 5 in Campania, 2 in provincia di Salerno (Cilento e Colline Salernitane), 1 in provincia di Avellino (Irpinia-Colline dell’Ufita), 1 in provincia di Caserta (Terre Aurunche) e 1 in provincia di Napoli (Penisola Sorrentina). Questo nuovo riconoscimento amplia di molto la superficie e i quantitativi di olive prodotte ed atte alla produzione di olio a marchio riconosciuto e potrà avere un sicuro effetto traino per i quantitativi di prodotto da destinare alla vendita, con più filiera e più reddito per gli agricoltori. I dati Istat 2020 ci restituiscono dei dati preoccupanti dal punto di vista del numero delle aziende attive in Campania che fa registrare nell’ultimo decennio un calo demografico del 42% rispetto al 2010 portandole in Campania a 79.353 aziende.

Rispetto a questi dati Acli Terra ritiene necessario da parte della Regione un piano di rilancio delle produzioni in modo da assicurare anche alle piccole aziende, specie nelle aree interne e di montagna, un adeguato reddito e contenere così la costante decimazione di tante attività agricole che non sono più nelle condizioni di competere sui mercati convenzionali.

Turismo, Tipicità, Tradizioni e Ambiente sono i cardini su cui da sempre l’agricoltura Campana trova la forza per distinguersi in un mercato che tende ad appiattire le produzioni agroalimentari per fare speculazione economica e a scapito delle produzioni tradizionali, di nicchia e di qualità che invece rappresentano la principale rete di produzione locale e che custodiscono l’identità dei nostri popoli e dei nostri territori.

La sostenibilità non è solo ambientale ma occorre rispondere a criteri di sostenibilità economica per chi svolge questa importante attività e che diventa anche sostenibilità sociale per quelle agricolture, ormai eroiche, che sono costrette oggi a lavorare ai margini di una economia non più a misura d’uomo.

Acli Terra della Campania su questo tema si impegna a favorire ed accompagnare processi di aggregazione che pure sono necessari e che facilitano la formazione di micro filiere organizzate in funzione delle attuali esigenze produttive e di mercato ma anche per preservare le comunità locali e i loro territori dall’abbandono.

Si riparte quindi dalla rete rurale delle aziende agricole che svolgono attività connesse a contatto dei territori e che in Italia oggi sono quasi il 10% del totale e che svolgono attività ricettive o la trasformazione e la vendita dei prodotti aziendali. Una rete del gusto che percorre l’Italia da nord a sud, creata con ingredienti a Km0, prodotti dalla loro stessa attività o da aziende locali. Non solo. I dati Istat ci restituiscono dati incoraggianti sull’agricoltura di oggi che diventa sempre più anche produzione di energia rinnovabile, artigianato, fattorie didattiche e sociali. Le aziende agricole ci dicono quindi che la Sostenibilità è un lavoro quotidiano nella salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e della nostra cultura.

Nella giornata mondiale dell’Olivo, proclamata in occasione della 40ª Conferenza generale dell’UNESCO nel 2019 e che si svolge il 26 novembre di ogni anno, noi Campani non potevamo avere un regalo migliore con la pubblicazione della registrazione dell’IGP Olio Campania, a conferma che L’olivo è molto più di un semplice albero dal tronco nodoso ma è l’incarnazione emblematica dei valori di pace, saggezza e speranza, valore mondiale da incoraggiare nella protezione di questo albero e dei valori che incarna, al fine di apprezzarne l’importante significato sociale, culturale, economico e ambientale per l’umanità.

Così come la Dieta Mediterranea rappresenta l’esempio di corretta alimentazione ma anche di uno stile di vita a misura d’uomo, la giornata mondiale dell’olivo diventa emblematico rispetto allo sforzo che il mondo oggi deve compiere ed adattarsi ai cambiamenti climatici e che ci richiama tutti alla protezione del patrimonio culturale e naturale, compresi i paesaggi, la missione di tutti noi all’impegno necessario e più esteso nella sostenibilità ambientale.

"Abbiamo stanziato 1,5 milioni di euro del bilancio regionale per un bando a sostegno del settore della pesca, fortemente colpito dalla crisi economica in atto e in particolar modo dall’aumento vertiginoso del costo del carburante, con l'obiettivo di concedere contributi che possano dare respiro alle imprese di pesca marittima armatrici di imbarcazioni e alle imprese di pesca professionale in acque interne.
La pesca rappresenta un comparto rilevante della nostra economia, ma vive l'incertezza di ogni giorno di lavoro, che ha costi certi e ricavi incerti, e di una crisi a livello nazionale, cominciata in pandemia e acuita dal caro gasolio dovuto al conflitto bellico internazionale.
L’aumento dei costi di produzione ha inoltre innescato una reazione a catena, nella crescita esponenziale del costo del pesce e nella conseguente riduzione del potere d’acquisto del pescato da parte delle famiglie e del comparto della ristorazione.
Speriamo che questo bando possa dare respiro alle marinerie locali. L'aiuto sarà concesso come sovvenzione diretta. Il limite massimo sarà di 35.000 euro per ciascuna impresa per soddisfare in tal modo il maggior numero di richieste".

Il bando sarà pubblicato sul prossimo BURL e sul canale agricoltura del sito della Regione Lazio.

Lo comunica una nota dell'Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Pari Opportunità della Regione Lazio, Enrica Onorati